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Politica irredentista


Un’ulteriore complicazione per la democrazia sorge quando un’ampia minoranza in un paese è o potrebbe essere considerata irredentista da uno stato confinante. Il potenziale di inasprimento di questo conflitto latente è incrementato se i leader della nazione titolare cercano di perseguire una politica aggressiva di costruzione della nazione che allontana le minoranze le quali di conseguenza cercano il sostegno del paese confinante. Tale politica di costruzione della nazione potrebbe soffiare sul fuoco del nazionalismo estremista del paese confinante che potrebbe delegittimare il governo con l’accusa di non difendere gli interessi dei connazionali. Quando la politica irredentista diviene dominante sottopone la democrazia ad una serie di difficoltà sia nella patria della minoranza oltre confine sia nello stato confinante che sta costruendo la nazione.
Il raggiungimento di una accordo sulla statualità precede la creazione delle istituzioni democratiche.
Dahl “Così come il principio di maggioranza, il processo democratico presuppone l’esistenza di un’unità. I criteri del processo democratico presuppongono la legittimità dell’unità stessa. Se l’unità non è considerata appropriata o legittima essa non può essere legittimata semplicemente dalle procedure democratiche”. Dall’osservazione di Dahl n on consegue che i problemi di statualità siano sempre irrisolvibili.  Sono necessari però negoziati, patti e talvolta accordi consociativi di una certa complessità prima che il principio di maggioranza venga accettato come vincolo legittimo. Tuttavia insistere esclusivamente sul principio di maggioranza non servirebbe a nulla fintanto che non sarà riconosciuta l’adeguatezza dell’unità territoriale.

Tratto da TRANSIZIONE E CONSOLIDAMENTO DEMOCRATICO di Filippo Amelotti
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