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Sul valore del tempo: il tempo necessario per consumare


L’economia è la scienza che studia il problema dell’impiego migliore e dell’allocazione razionale di risorse scarse per ottenere obiettivi prefissati: le decisioni di allocazione di una risorsa scarsa implicano dei trade-off tra un suo uso e un altro, e quindi, per confrontare gli impieghi alternativi, bisogna disporre di misure monetarie dei costi e dei benefici connessi a ogni utilizzo. Il tempo, inoltre, non può essere accumulato; tuttavia il suo trascorrere rappresenta una dotazione di cui tutti dispongono e che tutti utilizzano. Esiste un’offerta di tempo e una domanda di tempo dalla cui relazione scaturisce il concetto di scarsità e la necessità di una regolamentazione che richiede la fissazione di un prezzo. Mentre l’offerta totale è sostanzialmente indifferenziata, la domanda sarà articolata a seconda del comportamento del singolo. I diversi  modi di usare il tempo sono mutualmente interdipendenti e l’allocazione del tempo non può che essere una decisione simultanea.
Di fatto, il reddito percepito per l’attività di lavoro serve per finanziare le attività di consumo effettuate nel tempo-non-di-lavoro; ogni attività di consumo richiede una determinata quantità di tempo per essere effettuata: questo è il costo aggiuntivo dato dal tempo necessario per usufruire del servizio o per produrre il servizio o il bene, misurato valutando il salario cui si è rinunciato. In conseguenza dello sviluppo economico, la disponibilità totale di tempo finirà per rappresentare la risorsa scarsa per eccellenza, e l’allocazione del tempo tra le varie attività non potrà che agire sulla determinazione dei prezzi relativi dei beni e servizi, sull’aumento della produzione e sulla distribuzione del reddito.
La considerazione di partenza è che, a parità di reddito, la disponibilità di tempo e la sua organizzazione e porosità condizionano la fruizione di beni e servizi, compresi quindi anche quelli del tempo libero. Una aumentata disponibilità temporale può consentire consumi prima non accessibili, ma soprattutto la possibilità di riorganizzare e ridistribuire il tempo (scheduling) può accrescere la possibilità di programmare i propri impegni, grazie ai maggiori gradi di libertà che si rendono disponibili all’individuo: facilita la scelta del momento più adatto per svolgere una particolare attività di lavoro, consumo o tempo libero, con la possibilità di migliorare il proprio benessere e di acquisire più soddisfazione allocando più liberamente le proprie attività in orari diversi. Ciò è possibile solo se il risparmio di tempo è significativo e sistematico; il risparmio di tempo è conseguenza di una serie numerosa di azioni sia pubbliche che private, tra cui vanno annoverate le variazioni negli orari di lavoro, le riduzioni nei tempi di trasporto e la disponibilità di alcuni servizi che altrimenti dovrebbero essere autoprodotti dal singolo.

Tratto da ANALISI E DIMENSIONE ECONOMICA DEL TURISMO di Elisabetta Pintus
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