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La relazione dell'uomo con Dio in Tommaso d’Aquino - Summa Theologiae

La relazione dell'uomo con Dio in Tommaso d’Aquino - Summa Theologiae


“Il fine della creatura umana è aderire a Dio: in questo infatti consiste la sua felicità, come si è già visto. A questo dunque la legge divina guida l’uomo principalmente, ad aderire a Dio.”
La lettura antropologica vede la relazione con Dio come all'irrinunciabile. La legge divina è un grande criterio di scelta che guida le mie decisioni e deriva dall'irrinunciabile. Perché si sceglie una cosa piuttosto che un'altra? Tra due soluzioni quando mi pongo un quesito, se scelgo la spontaneità scelgo la legge divina. Se invece scelgo il cambiamento, scelgo un'alternativa che deriva dall'esterno. “Divina” non nel senso non religioso ma perché chiedo a quella cosa salvezza.

Cit 40 - Tommaso d’Aquino - Summa Contra Gentes
“La volontà aderisce a qualcosa o per amore, o per timore: però in maniera diversa. Poiché alla cosa cui aderisce per timore, aderisce per qualche cos’altro, cioè per evitare il male che minaccia in caso di non adesione. Invece alla cosa cui aderisce per amore, aderisce per se stessa. Ora, ciò che è per se stesso è sempre superiore a ciò che è per altre cose. Dunque, l’adesione a Dio per amore è il modo principale per aderire a lui. Perciò questo è lo scopo principale inteso dalla legge divina.”
Il vero cambiamento si ha con una revisione libera, quando la persona elabora per sé la cosa e la vede come positiva. Il legami si rinforza per la logica dell'amore, se c'è timore non c'è revisione del fondamento.

Cit 41 -Tommaso d'Aquino – Summa Theologiae
“La grazia è ordinata appunto a ricondurre l'uomo a Dio, quest'opera si compie con un certo ordine, in maniera che alcuni ritornano a Dio mediante altri. Di qui i due tipi di grazia. C'è una grazia che ricongiunge l'uomo direttamente con Dio: ed è la grazia (santificante, o) gratum faciens. C'è poi un'altra grazia, mediante la quale un uomo aiuta l'altro a tornare a Dio. E questo dono viene chiamato grazia gratis data, poiché si tratta di una facoltà superiore alla natura, nonché ai meriti personali: ma poiché non viene concessa per la santificazione di chi la riceve, bensì per cooperare all'altrui santificazione, non viene chiamata grazia santificante. Di essa così parla l'Apostolo: "A ciascuno è stata concessa la manifestazione dello Spirito per l'utilità", cioè per l'utilità degli altri.”
Per spiegare la relazione uomo-Dio devo prendere in analogia la relazione uomo-uomo, in questo modo però bisogna pensare alle relazioni più riuscite → antropologicamente si guarda alla relazione uomo-uomo non con Dio. La grazia è una relazione d'aiuto (relazione asimmetrica), è un dono (di Dio all'uomo) che ha lo scopo di ricongiungere e ripristinare una relazione. Ci sono due tipi di grazia, quindi due tipi di relazione di aiuto:
– grazia santificante, “gratia gratum faciens”, il dono di provare gratitudine, non sempre una relazione di aiuto si esprime in gratitudine; il riconoscere di aver avuto bisogno di aiuto, da soli non saremmo stati capaci; in più capisco che l'altro interviene per me senza vincoli né debiti. Per Tommaso chi non ha sperimentato la gratitudine percepisce le relazioni umani o con l'utilitarismo o come un diritto, provare gratitudine è l'iniziazione alle relazioni tipicamente umane → per T. di comunione (libertà della relazione).
– ognuno ha dei doni/talenti come risorse diverse a disposizione non per sé ma per “santificare” gli altri, diamo agli altri la possibilità di fare l'esperienza della gratitudine. L'uomo che aiuta l'altro a tornare.


Tratto da ANTROPOLOGIA APPLICATA di Chiara Trattenero
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