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Il maiale e il Carnevale


Il porcello è da sempre emblema dei piaceri della carne in tutti i sensi. Il carnevale festa tradizionalmente di eccessi alimentari ha inizio il 17 gennaio, con l’accensione dei falò detti fuochi di Sant’Antonio, in nome di Sant’Antonio Abate conosciuto come il santo del porcello perché viene raffigurato con un maiale ai suoi piedi.
Dal mito di Circe (che trasformava gli uomini in maiali) ai tre porcellini, c’è un lungo immaginario che lega gli uomini ai maiali, con un valore reale e simbolico. 
Gli uomini non possono fare a meno dei prodotti del corpo suino e non possono fare a meno del suo corpo iconico, che diviene metafora dell’uomo stesso e delle sue qualità fisiche e morali.
Il Maialino è inoltre emblema del risparmio, come il salvadanaio ma è anche segno di pensieri e atti un po’ maiali. Aristotele riteneva che la sessualità dei maiali superasse per intensità e frequenza quella delle altre specie animali; in molte culture mediterranee il maiale è simbolo di fecondità, di benessere.
Maiale deriva da Maia, madre di Hermes, cui il porco veniva sacrificato nel mese sacro alla dea (maggio).
Nel mondo celtico e germanico molte Dee sono raffigurate come scrofe. Nella cultura greca i maiali venivano dedicati a Demetra dea della fertilità. 
In Cina il porco era il 12 dei segni zodiacali come simbolo positivo, forza virile. Nella cultura cristiana, il maiale diviene simbolo fortemente negativo degli istinti bassi, delle impurità che vanno soppresse. 
Il cristianesimo appunto associa il porco a Sant’Antonio abate, l’associazione tra il santo e l’animale ha diverse ragioni. In primis le tentazioni cui il santo viene sottoposto nel deserto da parte del demonio che gli appare sotto forma di porco. Sant’Antonio vince le tentazione e domina il maiale. 
La tradizione europea riscrive l’agiografia del santo sostituendo la dura lotta ai piaceri con il giovane patrono di tutti i piaceri della carne. Così la conoscenza sofferta delle tentazioni diventa amicizia con il porco che le incarna. È così che sant’Antonio Abate diventa amico del porcello.
Erano riconosciute inoltre virtù terapeutiche al lardo di suino capace di guarire l’herpes zoster (definito fuoco di Sant’Antonio). I porci di sant’Antonio (animali votati al santo) circolavano liberamente per le strade, ritenuti dalla popolazione creature sacre soprattutto se avevano delle macchie rosse tipo herpes. I maiali venivano poi uccisi dai monaci per ricavarne il lardo per preparare l’unguento curativo dell’herpes.

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