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Definizione antropologica di comunicazione

La comunicazione è uno dei tratti universali della vita, ed è parte essenziale dell’adattamento di ciascuna specie al suo ambiente.
Tutti gli organismi viventi sono costantemente indaffarati a lanciare e ricevere messaggi: procurarsi cibo, evitare pericoli, accoppiarsi, tutte queste sono attività vitali che non potrebbero realizzarsi senza il supporto di segni e segnali appropriati.
Benché la comunicazione sia un elemento essenziale per la sopravvivenza di qualsiasi organismo, essa si svolge secondo gradi di complessità molto differenti.
La capacità di interconnettersi, cioè di oltrepassare i limiti della propria individualità organica e stabilire relazioni nello spazio e nel tempo con altri organismi della stessa specie ma anche di specie diverse e, in generale, con il mondo esterno, è un tratto che gli esseri umani condividono con gli altri animali. Rispetto agli altri animali, gli uomini hanno un raggio di possibilità molto più vasto, in primo luogo perché possono apprendere cose nuove e modificare di continuo il loro comportamento.
La prospettiva classica sostiene che si ha comunicazione quando un’informazione  viene scambiata da un mittente ad un ricevente:
-il mittente = trasmette le informazioni, facendo uso di segni
-il ricevente = riceve l’informazione nella forma del messaggio.

Tratto da ANTROPOLOGIA IN SETTE PAROLE CHIAVE di Selma Aslaoui
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