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Definizione antropologica di interazione

Definizione antropologica di interazione

Come cogliere e rappresentare ciò che le persone fanno quando interagiscono? L’ordine delle interazioni è infatti il primo piano delle società, nel senso che gli attori sociali attraverso l’interazione fra loro, producono cultura, sulla base di pratiche particolari per la costruzione dei se e per la negoziazione di specifici interessi. Qualsiasi interazione si articola entro i 2 poli della consapevolezza individuale e della struttura sociale. Pensiamo alle urla, ai colori, alle contrattazioni a voce alta, agli odori ed al contatto ravvicinato fra le persone schiacciate nei pressi dei banchi del mercato, pensiamo all’esperienza condivisa durante un concerto, costruita attraverso interazioni acustiche e visive ma anche somatiche, pensiamo a un’animata discussione tra persone. Tutti questi sono casi di interazione.
La dimensione primaria dell’esistenza umana è infatti la storicità, un interazione con gli altri. Cogliere questa dimensione richiede un’attenzione specifica.
Portare in primo piano l’ordine dell’interazione, significa esplicitare uno stretto legame fra l’interazione e la comunicazione, intesa come modalità di realizzare l’interconnessione fra esseri umani e non umani;l’interazione è in quest’ultima prospettiva e alla luce della nozione di attività , un rapporto tra attività e strumenti.
Vale segnalare a questo proposito, che , gli strumenti intelligenti, per esempio i computer sembra influenzino in modo differente dagli altri strumenti, la struttura e la sequenza delle interazioni.
Le emozioni sono  come una risorsa , organica e culturale, ad un tempo, attraverso la quale gli uomini possono entrare  in uno spazio di interazione, in una dimensione + ampia, in quella dimensione di oggettività intersoggettiva che dovrebbe essere al centro degli interessi degli etnografi.
Anche le parole lo sono: attraverso la lingua possiamo entrare in spazi di interazione sempre più estesi, in cui ogni scelta influisce su ciò che può accadere dopo.
Le emozioni che proviamo e  che trasmettiamo, la lingua o le lingue che parliamo e che capiamo, il colore della nostra pelle, i gesti che riproduciamo, il nostro modo di camminare, sono, come moltissime altre, risorse del nostro corpo utili per interagire, cioè comunicare e interconnettersi. L’interazione emerge come presupposto e come prodotto dell’agire umano, per dirla in modo chiaro ognuno di noi decifra gli altri con cui interagisce.
Ciò che gli uomini fanno durante la loro vita include l’interazione, ma le fonti dell’interazione non vanno cercate in sistemi di strutture interne. Il significato dell’interagire chiama in causa questioni di epistemologia culturale, identità culturale ecc.  
Malinowski affermò che l’etnografo doveva capire il punto di vista del nativo, imparare a pensare sentire e spesso comportarsi come loro .
Si è passati da un etnografia che aveva al centro l’idea dell’osservazione derivata da un modello scientifico  a un etnografia che vede al centro l’idea della riflessione dell’etnografo sulla partecipazione ai processi di interazione e di negoziazione dei significati.

Tratto da ANTROPOLOGIA IN SETTE PAROLE CHIAVE di Selma Aslaoui
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