Skip to content

Aneurismectomia del ventricolo sinistro


L’aneurisma postinfartuale del ventricolo sinistro ha un’incidenza del 10-30%. Tale incidenza è in netta riduzione a seguito dall’avvento dei farmaci fibrinolitici e ACE-inibitori. Gli aneurismi veri sono sacche costituite dalla totalità della parete del ventricolo che provocano un movimento paradosso e vanno distinti dagli aneurismi falsi, o pseudoaneurismi, che sono invece secondari a una fissurazione della parete libera del ventricolo sinistro contenuta da tessuto fibroso e cicatriziale. I falsi aneurismi sono a rischio di rottura.
Gli aneurismi ventricolari vanno differenziati dalle aree acinetiche postinfartuali che non devono essere asportate chirurgicamente poiché la loro exeresi comporta un difficile decorso postoperatorio, una ridotta sopravvivenza e un  miglioramento sintomatologico non significativo.
Le indicazioni all’aneurismectomia del ventricolo sinistro sono quindi: l’insufficienza cardiaca cronica (20-50% delle indicazioni), l’angina pectoris, le aritmie ventricolari (8-30%), le embolie sistemiche correlabili alla formazione di trombi endocavitari (2-5%) e la presenza di trombi murali ad elevato rischio emboligeno (60%).
La tecnica consiste nel resecare interamente la zona aneurismatica in CEC. La ventricolotomia viene in seguito chiusa per mezzo di una sutura diretta oppure tramite l’impianto di un patch protesico. È opportuno limitare la resezione alla sola area che costituisce l’aneurisma vero, in quanto la mortalità postoperatoria è proporzionale alla funzione ventricolare residua. La mortalità resta elevata ed è circa del 8-10%.

Tratto da APPUNTI DI CARDIOCHIRURGIA di Alessandra Di Mauro
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.