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Cuore artificale


Gli sforzi della ricerca in questo settore hanno permesso di sviluppare dispositivi che negli ultimi anni sono diventati presidi terapeutici utilizzati sempre più frequentemente in cardiochirurgia. Non si tratta di veri e propri cuori artificiali totali (se non in rari casi), ma di sistemi impiantabili (eccetto i componenti di alimentazione) di assistenza meccanica monoventricolare portatili che consentono la dimissione del paziente e la sua gestione ambulatoriale. Il più delle volte viene "scaricato" il ventricolo sinistro da un dispositivo che pompa il sangue in aorta. Si tratta di esperienze preliminari, che tuttavia hanno raggiunto quasi 3000 casi nel mondo. Quasi sempre si è sino ad ora ricorso a tali dispositivi come ponte al trapianto, anche se recentemente non mancano casi di impianto premanente in pazienti con controindicazioni al trapianto di cuore, nonché sporadici casi in cui è stata possibile la rimozione del device dopo mesi di assistenza circolatoria e parziale regressione della disfunzione miocardica. Ancora una volta va enfatizzato come questi risultati non possano prescindere da una corretta terapia farmacologica e da una stretta collaborazione tra cardiologo e cardiochirurgo.

Tratto da APPUNTI DI CARDIOCHIRURGIA di Alessandra Di Mauro
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