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Protesi valvolari senza stent (stentless)


Il primo xenoinnesto aortico senza stent fu impiantato da Binet nel 1965. La prima generazione di xenoinnesti aortici senza stent fu presto sostituita dalle bioprotesi con stent, più agevoli da impiantare, e che da allora rappresentano le bioprotesi di riferimento. Tuttavia, da qualche anno, l’interesse per le protesi valvolari stentless è nuovamente aumentato in relazione alle nuove tecniche di conservazione e di trattamento degli xenoinnesti valvolari aortici o in pericardio. Il principio è quello di creare una valvola partendo da pericardio o da cuspidi valvolari aortiche non fissate su un supporto rigido. Ciò migliora l’emodinamica e la compliance della valvola. Inoltre, questo tipo di protesi consente di guadagnare l’equivalente di una misura (in diametro) rispetto ad una protesi con stent con un ridotto attrito a livello delle cuspidi e una conseguente ridotta incidenza di disinserzioni e lacerazioni valvolari. Tali valvole sono meno difficili da impiantare tecnicamente rispetto agli homograft e pertanto sono state proposte per il trattamento dell’endocardite.
Gli svantaggi dipendono dalla tecnica chirurgica e sono rappresentati da ematomi tra la parete aortica e quella della bioprotesi e da insufficienza valvolare postoperatoria.

Tratto da APPUNTI DI CARDIOCHIRURGIA di Alessandra Di Mauro
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