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Il procedimento


Si inizia a misurare la spesa per certi beni che sono considerati significativi (si seguono cioè certi indici, come ad esempio: cavalli, barche, donne di servizio…)
Cerca di stabilire quella spesa a che parte corrisponde del totale dei redditi
Controlla che quello che si è speso è davvero reddito?
È un tipo di accertamento che è da valutarsi caso per caso. Esistono tuttavia delle norme che lo disciplinano dicendo  (art. 38, D.P.R. n.600/1973) che :
1)l’accertamento si può fare se con esso si arriva ad uno scostamento dal reddito dichiarato di almeno ¼. (Almeno il 25% di più rispetto al dichiarato).
2)redditometri sono tabelle che ipotizzavano redditi rispetto alle spese effettuate. Ci si chiedeva se questo meccanismo fosse un “inversione” dell’onere della prova. Era il contribuente a doversi difendere se rientrante nel redditometro o è solo un mezzo di cui si avvale l’ufficio?
La giurisprudenza riconosce nel redditometro una presunzione legale (per il professore NO).
3)Il contribuente per difendersi dal redditometro può provare che si tratta di un reddito esente o soggetto a ritenuta a titolo di imposta.
Tale norma fa nascere l’equivoco che questo sia l’unico modo che ha il contribuente per difendersi, ma in realtà le cause per cui si può avere ragione sono molte di più (non solo perché quel reddito è esente o oggetto di ritenute).
La giurisprudenza dice infatti che il contribuente può avvalersi di tutto ciò che vuole per difendersi.

Tratto da APPUNTI DI DIRITTO TRIBUTARIO di Luisa Agliassa
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