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Laicità ed erudizione in Eliade e Guenon



Quindi appaiono diverse soprattutto la collocazione e la funzione dei 2 personaggi. Essi appartengono a 2 generi distinti di elite intellettuale, una erudita e laica, l'altra legata alla pratica di religioni tradizionali. In E prevale l'idea di una "salvezza dalla storia", propiziata dalla storia delle religioni intesa come disciplina totale, capace di restituire all'uomo moderno il significato del sacro. Guenon poi dice che secondo lui non vi è nella dottrina dei cicli cosmici tale rifiuto della storia. La storia ha un senso perchè indica il modo discendente della processione ciclica. Ciò sembra escludere il suo pessimismo. Infatti dopo un ciclo tutto si reintegra e si ricomincia. Ma quando Guenon ricorre a fonti letterarie erudite lo fa per recuperarle al simbolismo proprio di un scienza sacra, non come eliade che ad esempio riconduce il Parsifal alla letteratura come categoria applicando a Dante gli stessi criteri interpret di Joyce. L'opera di Guenon rappresenterebbe dunque una ricapitolazione di vie e dottrine coordinate in un' unica scienza sacra connessa all'esoterismo: tale cosa legittimata dalla sua qualità di shaykh e dall' appartenenza a un forma tradizionale ultima di un ciclo di manifestazione. Guenon seguiva Eliade. Dice che secondo lui E è molto d'accordo con le idee tradizionali ma che teme di urtare il mondo accademico.
Eliade e Guenon: dove i punti di contatto? in diversi testi troviamo riferimenti a Guenon, ma sembra venga apprezzato pero' escluso dai dottori, interpretato a sua volta. Sappiamo che per Eliade oggi il mito sostituisce il romanzo, e la storia delle religioni ha il compito di rintracciare il sacro nel profano. Eliade legge un pessimismo nella concezione di Guenon. Il suo metodo e' estrarre dalle culture che studia gli elementi di un modello, quello in cui si ripetono le forme archetipiche. Egli inoltre critica lo storicismo. quindi le differenze con guenon sono nette. Il distacco dal monoteismo, la diversa concezione legata al kali yuga, la prospettiva di tipo yunghiano, la diversa idea di iniziazione, ecc. I due insomma sono l'uno un intellettuale erudito laico, l'altro un religioso legato alle forme tradizionali, che in fondo non e' pessimista  e che ammette di credere nella fondamentale concordanza intima di eliade coi suoi principi.

Tratto da ASCESI ESICASTA di Dario Gemini
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