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Effetti del pH sulle proteine

Ad un certo valore di pH, caratteristico per ogni proteina, le cariche positive sulla molecola, come sappiamo, bilanciano esattamente le cariche negative. A questo valore di pH detto punto isoelettrico della proteina, pI, la molecola proteica non ha una carica netta e resta immobile in un campo elettrico. Le proteine avendo composizioni amminoacidiche diverse hanno, quindi, anche valori pI differenti. Per questo, la precipitazione isoelettrica è una tecnica di purificazione delle proteine che sfrutta queste proprietà; infatti se il pH di una soluzione contenente una miscela di proteine viene portato ad un valore vicino a quello del pI di una proteina che intendiamo purificare, la solubilità diminuirà e potrà essere raccolta sotto forma di precipitato. In pratica, questa tecnica viene combinata con il salting out in modo che la proteina che ci interessa diventi ancora più insolubile intorno al suo pI.
CRISTALLIZZAZIONE
Una volta che la proteina ha raggiunto un certo grado di purezza, diventa possibile cristallizzarla. Questo è possibile portando la proteina al di sopra del suo punto di saturazione con i tipi di agenti precipitanti specifici. Lasciando ora la soluzione a riposare per un certo periodo di tempo (che può variare da pochi minuti a diversi mesi) e, in alcuni casi, aumentando gradatamente la concentrazione dell'agente precipitante, la proteina può precipitare nella soluzione in forma cristallina ed essere analizzata con analisi cristallografiche ai raggi X. Cristallizzazioni ripetute possono servire ad aumentare il grado di purezza di una proteina, come si fa con molte molecole organiche anche piccole.

Tratto da BIOCHIMICA di Domenico Azarnia Tehran
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