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Effetto del BPG sul legame dell'ossigeno

Nel 1921 si ipotizzò la presenza del sangue di un'altra sostanza che si complessava con l'emoglobina, riducendone l'affinità per l'O2. Questa sostanza è il D-2,3-bisfosfoglicerato (BPG). Il BPG si lega saldamente alla deossiHb in un rapporto molare di 1:1, ma solo debolmente all'ossiHb. La presenza di BPG diminuisce quindi l'affinità dell'emoglobina per l'ossigeno, mantenendola nella conformazione deossigenata. E questo è molto importante soprattutto nei capillari dove l'ossigeno deve essere liberato. Il legame del BPG che contiene quattro cariche negative all'Hb è di tipo ionico. Esso si lega nella cavità centrale della deossiHb. Inoltre, un aumento di questa sostanza è parzialmente responsabile dell'adattamento all'altitudine. Infatti si nota un rapido aumento della concentrazione di BPG eritrocitaria e quindi una corrispondente diminuzione dell'affinità per l'O2, e l'incremento della quantità di O2 che l'Hb può rilasciare nei capillari. Oltre a BPG, anche i polifosfati organici come l'inositolo esafosfato (IHP) e l'adenosin trifosfato (ATP) hanno questo effetto sull'Hb.

Tratto da BIOCHIMICA di Domenico Azarnia Tehran
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