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Metodi basati sulle distanze genetiche

Si calcolano le distanze genetiche tra tutte le possibili coppie di individui da analizzare, si calcola poi, per ogni individuo la media delle distanze fra l’individuo stesso e tutti gli individui di una data razza. Questo procedimento è ripetuto per ogni razza da testare. L’individuo viene attribuito alla razza a cui è associata la distanza media minore rilevata
Questi metodi risentono molto del tipo di distanza utilizzata e del metodo scelto per la rappresentazione delle distanze; non sono però basati sull’assunto di Hardy-Weinberg a differenza invece dei metodi che utilizzano le frequenze alleliche. I metodi basati sulle frequenze alleliche dimostrano efficienza migliore rispetto a quelli basati sulle distanze genetiche.
L’origine del polimorfismo deriva da mutazione, ed è l’unica ce crea variabilità mentre la ricombinazione e la trasposizione la diffondono. I trasfusori sono pezzi di DNA che possono spostarsi da una zona ad un’altra sul genoma e questi trasporti sono negativi. Molti tumori sono causati da questi; sul lungo termine aumentano la variabilità modificando il DNA. La variabilità non si misura in un singolo locus. Un allele che ha una frequenza molto alta è detto monomorfico quindi la variabilità è maggiore negli individui polimorfici; questi individui vengono studiati per la genetica della popolazione anche perché non mutano. La variabilità viene misurata utilizzando l’eterozigosità e la diversità allelica. Se l’equilibrio di HW è rispettato allora le frequenze attese ed osservate sono uguali.
Het oss < Het attesa esistenza di semi isolati nella popolazione, livello di inbreeding e presenza alleli nulli.
Fst Hattesa totale –Hmedia sottop /Ht
Fis misura l’eccesso di omozigoti nella popolazione = Hs-Ht/Hs
Fit  eccesso di omozigosità nella popolazione.

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