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L’educatore rapsodico


La formazione con la genitorialità diventa un sistema complesso poiché si rivolge alla complessità del becoming parent, un diveniente genitore caratterizzato da “incertezza, simultaneità contraddittoria e forme diversificate”. La formazione perde il carattere istruttivo e trasmissivo, diventa un possibile strumento di orientamento dell’esistenza.
L’educazione rapsodica trova un ancoraggio epistemologico nella dimensione di costruzione del sapere che comporta la mobilitazione delle risorse interne e non la semplice assimilazione delle conoscenze esterne. Se “nell’agire formativo si muovono e prendono corpo i mondi possibili delle persone collocate in uno spazio e un tempo”, la formazione non potrà che essere strettamente connessa al vissuto esperienziale del soggetto.
La relazione educativa con la famiglia può connotarsi come opportunità. La famiglia è un sistema autonomo con cui interloquire, e riconoscerla in quanto tale prevede che siano i genitori a scegliere di partecipare attivamente al processo. L’educazione con la famiglia si colloca nel territorio dell’educazione in età adulta, che prevede, come reale motivazione al cambiamento, l’adesione volontaria al contesto di apprendimento.
La relazione educativa è inoltre connotata dalla reciprocità e circolarità, l’educatore non è il “professionista” esterno che legge, analizza e definisce i bisogni della famiglia e in seguito progetta l’intervento, fornendo un input.
L’educatore rapsodico si espone personalmente, accetta la responsabilità di essere nell’intervento educativo per quello che egli è, consapevole di portarvi i propri pregiudizi, di entrarci con la propria esperienza personale e professionale.
In una prospettiva che punti al cambiamento, un altro aspetto da sottolineare è la necessità di personalizzare l’intervento; non si tratta di trasmettere un sapere, impartire istruzioni che prevede l’adeguarsi ad una “prescrittività di ruoli” ma la sperimentazione diretta e in prima persona dell’essere-in-relazione.
Un altro aspetto che connota l’educatore rapsodico è la propria autoreferenzialità, definita come “la sua capacità di riconoscere i propri vincoli, alternando continuamente la sua posizione dentro il sistema e fuori di esso, diventando così un modello per la famiglia, in particolare per gli adulti della famiglia che imparano i vantaggi della decentrazione”.
Un’educazione rapsodica può costruire con la famiglia un contesto prettamente formativo, trasformando e ricollocando in un territorio “altro” interventi, nozioni, informazioni che il genitore possiede e riceve dagli ambienti medici, pediatrici, psicologici, terapeutici.

Tratto da BRICOLAGE EDUCATIVI di Anna Bosetti
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