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Maturità espressiva in Caravaggio


Passaggi significativi della maturazione della ricerca espressiva di Caravaggio e della sua poetica naturalista possono considerarsi opere come:

* Giuditta e Oloferne
Giuditta e Oloferne, per la più complessa rappresentazione dell’azione e per l’approfondimento della funzione della luce che non è più solo uno strumento di lucida definizione ottica ma è anche elemento unificante.
Del soggetto, tratto dal libro "Libro di Giuditta", Caravaggio sceglie il momento più drammatico, quando l’eroina, afferrato il capo di Oloferne addormentato sotto l’effetto del vino, con la spada, chiedendo forza a Dio, ha già sferrato uno dei due colpi con cui glie lo stacca. Il racconto biblico no prevedeva la presenza dell’ancella, a cui Caravaggio dà l’aspetto di una vecchia. E’ il primo quadro a soggetto veramente drammatico che il pittore risolve basandosi non sul moto delle figure ma sui forti contrasti cromatici della luce, dell’ombra e delle espressioni: si nota infatti la fissità e la rigidità del gesto di Giuditta e il solo accenno di una possibile reazione del braccio destro di Oloferne; mentre si nota il volto imbronciato di Giuditta, il vano stravolgimento di Oloferne e la spiritata fissità tra incredulità e terrore della serva; si nota poi il contrasto cromatico del rosso del sangue sul candore del guanciale e delle lenzuola. Si nota, infine, come Caravaggio dà un forte plasticismo a questi contrasti riportando la scena in piano e privandola di un vero e proprio sfondo spaziale cosicché tutto concorre ad accentuare l’orrore di una violenza inferta senza tentennamenti.

Nel 1599 Caravaggio, grazie all’intervento del cardinale, ottiene l’incarico di contemplare la decorazione della cappella Contarelli in Santa Lucia dei Francesi, la sua prima importante commissione destinata ad un luogo pubblico.
I dipinti eseguiti sono:
* Vocazione di San Matteo (tela per una parete laterale)
L’azione sembra condensarsi e consumarsi in un baleno, in un puro fenomeno rischiarato dalla luce tagliente sottoforma di un unico fiotto che non ammette repliche. Il tratto realistico si nota nella tavola dei giocatori d’azzardo. Qui l’attinenza al testo biblico comunque resta poiché è scritto che Matteo era seduto al banco quando Gesù lo chiamò.
* Martirio di San Matteo (tela per una parete laterale)
* San Matteo e l’angelo (pala d’altare)
Quest’ultimo viene rifiutato per ragioni di decoro ed acquistato dal marchese Giustiniani mentre Caravaggio è costretto ad eseguire in fretta una nuova versione. Questa seconda versione fu realizzata in modo del tutto diverso dalla prima: l’angelo è sospeso nell’aria ed è perciò nella forma dell’apparizione nell’atto di contare e non guida più la mano dell’evangelista (come nella prima versione) che è nell’atto di accingersi a scrivere ma in una posizione insolita, poggia un ginocchio su uno sgabello in bilico. Il punto di vista del sottinsù con cui è resa la figura, è un accorgimento che tiene conto della collocazione molto alta della tela ma che inoltre accentua molto la monumentalità della figura di Matteo.

La critica ha sempre considerato queste opere, in particolare quelle delle pareti laterali, una tappa fondamentale del percorso artistico del pittore. Le analisi radiografiche hanno rivelato varie riformulazioni e pentimenti. I tempi piuttosto brevi di esecuzione dimostrano l’alto livello di maturazione tecnica raggiunta. 
Tutti e tre i dipinti rivelano una novità sul piano tecnico, stilistico e iconografico.
- Anzitutto Caravaggio dimostra che la tecnica ad olio, utilizzata per queste tele, può degnamente sostituire l’affresco, tradizionalmente ritenuto insostituibile per i dipinti religiosi.
- In secondo luogo, sempre secondo la "verità otica" l’episodio biblico è rappresentato in vesti profane e contemporanee: ciò costituì un elemento di grande novità sia rispetto alla tradizione cinquecentesca che era ancora legata ancora ad una visione atemporale e idealizzante, sia rispetto a chi sosteneva che per i soggetti sacri ci si dovesse comunque attenere al principio del "decoro". In tal modo il Merisi ha trasformato l’evento sacro in puro evento esistenziale.

Tratto da CARAVAGGIO, LA VITA E LE OPERE MAGGIORI di Katia D'angelo
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