Skip to content

Il paradosso dei personaggi di ctonaca di un amore - Antonioni -

Il paradosso dei personaggi di ctonaca di un amore - Antonioni -


Il detective.
Da un lato la sua attività investigativa porta Paola e Guido a intrecciare di nuovo le loro esistenze – è dunque l’osservatore ai margini della scena a buttarli l’uno nelle braccia dell’altra –
Dall’altro lato il detective si trova impaniato in ciò di cui si sta interessando.
Un procedimento formale ce ne rivela bene la posizione: spesso le sue soggettive sono delle semi-soggettive; in questo modo l’osservatore non è più contrapposto a quanto è osservato, come avviene nel campo/controcampo, ma è portato al suo fianco, gli è messo letteralmente accanto.
L’effetto cui porta lo star troppo addosso alle cose è allora quello di non dominarle più; il rapporto finale del detective è da questo punto di vista esemplare: il suo resoconto dimostrerà che quella che non sembrava la solita storia è in realtà un banale triangolo, ma nel contempo non coglierà i nessi reali della vicenda, la sua vera sostanza.
Il paradosso che egli si trova a vivere è dunque racchiuso nei due estremi: con un’occhiata furtiva fa essere quello che ci si aspetta ci sia; e intanto si ferma alle apparenze e al dettaglio, si perde in un eccesso di familiarità, manca l’obbiettivo finale.
Paola e Guido
Essi vivono un destino assai simile: anche il loro sguardo fa lievitare gli oggetti osservati, e nello stesso tempo se ne fa sfuggire il significato.
Da un lato, infatti, analizzando il legame che li tiene uniti, i due amanti lo caricano di ogni valenza. Il sistema delle soggettive che essi attivano è a questo proposito assai indicativo:
- nel momento in cui si incontrano dopo anni, di fronte alla Scala, ciascuno dei due è inquadrato dal punto di vista dell’altro, ma in C.L. o in C.L.L., mentre un C.M. sarebbe più consono alla realtà: la distanza tra i personaggi aumenta artificiosamente; è psicologica, non effettiva; esprime un sentimento, non denota uno spazio.
- durante l’asta di beneficenza di abiti d’alta sartoria, Paola vede in soggettiva Guido che balla con l’indossatrice, mentre Guido la osserva ma non in soggettiva: la mancanza di reciprocità nello sguardo sottolinea un risvolto passionale nella donna e solo in lei, nella fattispecie l’affacciarsi della gelosia
- dalla stanza della sua pensione Guido vede in soggettiva l’auto di Paola che si avvicina, anche qui senza una soggettiva di risposta: questa volta è l’uomo a patire, a cogliere nella situazione un motivo d’angoscia.
Ma se lo sguardo dei due anima il mondo circostante, dall’altro lato non riesce a valutare esattamente i fatti. Il riscontro più immediato è nell’incapacità di capire il perché dell’indagine: i due amanti credono che l’inchiesta riguardi la morte dell’amica anziché la fedeltà coniugale di Paola.
È di nuovo il ricorso alla semi-soggettiva che più di ogni altra cosa esemplifica l’idea di un personaggio vedente talmente compromesso con l’oggetto visto da non riuscire a dominarlo: nel momento in cui Paola dichiara a Guido di odiare il marito il film inquadra le scale con l’ascensore da un punto di vista che potrebbe ben essere quello dei due, ma subito dopo una panoramica smentisce questa impressione, recuperando i due nell’immagine.
Dunque l’ascensore e la coppia, invece d’esser giustapposti, letteralmente convivono; e l’occhiata dei due personaggi, invece di modellare la rappresentazione, ne è piuttosto prigioniera.

Tratto da CINEMA di Nicola Giuseppe Scelsi
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.