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Tecnica colturale della fava

È una pianta da rinnovo o miglioratrice. Fava maior: da rinnovo, perché è più sviluppata e viene sarchiata, spesso si coltiva alternata al frumento.
È una pianta microterma, resiste a temperature di massimo -6°C, se queste vengono superate allo stadio di 5^-6^ foglia si hanno notevoli danni, quindi bisogna fare delle semina anticipate (mai prima del 25-30 ottobre). È una pianta longidiurna. È molto sensibile agli stress idrici, però non sopporta valori di umidità alti, perché favorirebbero attacchi fungini. Gli ambienti ideali sono freschi e non umidi, non eccessivamente alcalini e non molto sabbiosi.
La preparazione può essere fatta con arature intorno ai 40 cm, poi vengono fatti dei lavori di rifinitura con frangizolle o fresatrice.
Possiamo coltivare senza letame (20q  di granella e 40 q di stocchi). L’azoto si può solo somministrare all’inizio, come starter (50 kg/ha, per la fava ionica non ce n’è bisogno), quando i batteri simbionti non hanno ancora cominciato la loro piena attività. Il potassio non deve essere integrato se gli stocchi vengono lasciati nel terreno. L’integrazione di fosforo consiste in 75 kg/ha di P2O5, cioè 3,5 q di perfosfato minerale, viene dato con un 20% in più perché, soprattutto in terreni argillosi, tende a insolubilizzarsi. Se si fa la letamazione, si può sopperire anche ai fabbisogni della coltura successiva, l’ideale è una successione con frumento. Quindi se scegliamo di letamare dobbiamo solo fare un’integrazione di fosforo di 35 kg/ha di P2O5, cioè 1,5 q di perfosfato minerale (titolo del letame 1: 0,5: 1). Questa coltura ha anche un alto fabbisogno di calcio che però viene somministrato insieme agli altri elementi. La fava in genere viene sarchiata, per cui non c’è bisogno di ulteriore diserbo che viene fatto solo per favino e favetta. Contro le graminacee utilizziamo ureici in pre-emergenza e contro le dicotiledoni può essere fatto un diserbo selettivo in post-emergenza.
La fava viene disposta a file di 70-80 cm con densità di investimento di 12-15 piante/m2,mentre il favino viene seminato a file di 40 cm con una densità di 40-60 piante/m2, la profondità di seminava da 6 a 10 cm mentre il favino si semina più in superficie. 
Le malerbe più pericolose sono le graminacee che non possono essere combattute in post-emergenza, ma solo con sarchiature pre-eemregenza altrimenti incontreremmo piante già troppo grandi. Per le dicotiledoni si usano prodotti selettivi.
La semina viene sempre fatta con semi conciati (Thiram) per combattere carie e carboni. In agricoltura biologica, invece, può solo essere utilizzato solfato di rame.
La raccolta per il prodotto fresco deve essere fatta nel momento più opportuno per cui si fa una misurazione del grado di maturazione con il tenderometro, si raccoglie l’intero baccello, precedentemente viene fatta una cimatura per avere baccelli più grandi ed uniformi. Il prodotto per l’uso secco viene raccolto con le normali mietitrebbiatrici, dato che abbiamo una maturazione scalare, il momento più opportuno si ha quando l’ 80% del prodotto è maturo ed in buone condizioni.
Avversità:
Orobanche: si contrasta con la rotazione, con un’infestazione notevole bisogna aspettare almeno 5-6 anni per far ritornare la fava sullo stesso terreno. Si possono anche usare disseccanti (es. Paraquat), ma non sempre sono efficaci.
Afide nero: prodotti afidicidi
Antracnosi: concia dei semi
Botritys
Tonchio: attacca il seme immagazzinato

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