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Grottesco dell'individuo nel cinema di Marco Ferreri


Il cinema di Ferreri presenta alcune tematiche dell’imagerie grottesca pura, ma le esagera portandole a livelli talmente estremi da condurle al raccapricciante sfociando in un grottesco nero e apocalittico. Il grottesco diventa l’unico modo di avvicinarsi al reale senza trasformarlo in cronachistico. La banalità e la piattezza della vita sono sopportabili solo attraverso la lente deformante grottesca, altrimenti sarebbe caduta nell’irrappresentabilità il grottesco ha la caratteristica peculiare di coniugare narrazione e giudizio. Per questo lo stile di Ferrei è iper naturalista, il regista mira a restituire immagini fortemente realistiche in modo da esaltare l’orrore insito nella realtà umana. La prima fase dell’opera di Ferreri esagera il motivo narrativo di isolamento e inserimento sociale in quanto inizio di una relazione perversa tra soggetto e mondo. EL PISITO coppia matura che si consuma nell’attesa di poter avere un proprio appartamento per potersi sposare, il matrimonio dovrà attendere talmente a lungo da aver logorato il rapporto: il prezzo da pagare per l’integrazione sociale data dall’ufficializzazione dell’unione è più alto dell’obiettivo raggiunto cioè la fine delle speranze e l’ingresso nella noia istituzionale e consapevole. EL COCHECITO tentativo di ingresso in una comunità di invalidi attraverso il possesso di una carrozzella. La felicità dell’integrazione è data da arrivare a essere come tutti gli altri, ma il vecchio pagherà un prezzo troppo alto, avvelenerà tutta la sua famiglia e finirà in prigione. PROFESSORE è uno degli episodi chiavi che si snoda sulla solitudine e la separatezza del personaggio da mondo; ha delle pulsione profonde che disarticolano il suo comportamento in manie e piccole perversioni. Ritorna la tematica dell’urina, il professore urina in classe abbassando l’aula scolastica. L’UOMO DEI CINQUE PALLONI: la mania del professore è la tematica fondamentale del film: trovare il punto limite di massima espansione di un palloncino prima della sua esplosione tale operazione si trasforma nella metafora stessa del grottesco: gonfiare la rappresentazione della realtà fino a sfaldarla. Ossessionato dalla sua idea e dall’impossibilità di realizzarla il protagonista si suicida. Il grottesco gira dunque attorno all’ingrandimento esagerato di un motivo narrativo. In Ferreri corpo e mente viaggiano sullo stesso livello, il corpo risponde alle pulsioni mentali; immobilizzandosi o trasformandosi in corpo grottesco e deforme. DILLINGER E’ MORTO è il racconto del viaggio di un ingegnere (Michel Piccoli) tra gli oggetti di casa e nei rituali consolidati che presiedono alla sua integrazione con l’ambiente domestico. L’uccisione della moglie finirà per essere solo uno dei tanti rituali della quotidianità, mostrando l’aspetto grottesco dell’iperbolicità della stasi.

Tratto da CORPO E MASCHERA NEL CINEMA ITALIANO di Asia Marta Muci
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