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Grottesco nel cinema di Fellini


Tutto il cinema di Fellini è permeato da forme, motivi e temi dell’imagerie grottesca. In particolare si riscontra nella centralità che assume il circo che è l’erede più diretto delle feste carnevaslesche. Fellini è l’unico a riproporre il puro grottesco. LUCI DEL VARIETA’-> presenza di struttura a episodi tipica del cinema felliniano. Sono presenti figure di diretta derivazione carnevalesco-popolare: nana, gigante, mago.. Manca totalmente la distinzione tra pubblico e privato, la casa è istituzione immobile mentre tutto si svolge nella piazza che è luogo di incontro contaminazione e rinascita. La DOLCE VITA stessa è la trasposizione della vita in una festa continua, intesa come forma inautentica di vivere. In 8 1/2 sono presenti varie figure grottesche, partendo dalla Saraghina, la gigantesca prostituta dalle orme esageratamente abbondanti, lei incarna, nel confronto con la Cardinale un’altra imagerie fondamentale del grottesco: l’incontro tra sacro e profano. Nel finale del film assistiamo ad un girotondo, le figure e le comparse di tutto il film si uniscono per celebrare l’affermazione della vita. Il cinema di Fellini riprende il grottesco puro nella valenza in cui tende a liberare l’uomo dalla paura della morte. FELLINI SATYRICON -> seppur travestito, presenta uno dei grandi temi del grottesco-> il viaggio agli inferi, impersonato dal viaggio di Encolpio e Ascilto tra le situazioni di degrado fisico e morale. Nella Cena di Trimalcione si ritrova il motivo fondamentale del banchetto con la sua funzione liberatorio; vino e cibo tolgono alla parola la sua ufficialità e la verità emerge dall’abbassamento animalesco. Nell’episodio della Matrona di Efeso si afferma l’ambiguità grottesca, trasformando la bara in alcova, la morte in rinascita, la preghiera in sesso. CLOWNS: si ritrova l’ambiguità nel funerale gioioso di Fischietto in cui il notaio si ubriaca, la moglie s’innamora della propria immagine.. Il circo entra direttamente in tutta la produzione felliniana mostrando una galleria di tipi grotteschi e spaventosi. ROMA con questo film Fellini mostra il grottesco felice insito nel popolo romano, la gente che mangia, che urla , si macchia, Roma trasformata in passerella e ristorante, una festa carnevalesca urbanizzata. Tutti i corpi del film sono grotteschi, troppo grassi, troppo magri, troppo unti, il film è una celebrazione dell’eccesso. La frammentazione dei corpi si estende al completo del tessuto cittadino. AMARCORD è presenta la tematica grottesca dell’urina: urina in classe, nel, cinema, sulla spiaggia. Immagine sconsacrante e rigenerante, abbassa e fa rinascere. CASANOVA è un film che rappresenta un momento di rottura, il grottesco perde la purezza dell’ambiguità e della rinascita per trasformarsi in nero, mortuario. Il sesso smette di essere forza vitale e si converte in prestazione meccanica; Nel film permangono tuttavia elementi di grottesco puro, ma è il freddo meccanismo che assorbe ogni forza viale a prevalere. Il sesso come consolazione e stordimento più che come affermazione della vita. L’amata di Casanova anch’essa rappresenta una marionetta, l’appaiamento tra i due rappresenta il trionfo dell’inorganico, nella gelida perfezione dell’inanimato. E LA NAVE VA.. il tema della morta è insito nella trama, il viaggio in mare per spargere le ceneri di una nota cantante d’opera; Si contrappone fortemente il mondo basso dei fuochisti quello alto dei nobili e degli artisti, il racconto mostra la fine malinconica della società e di un’epoca allo scoppio della prima guerra mondiale LA VOCE DELLA LUNA con il suo film testamento, Fellini torna ad avvicinarsi alle forme di carnevalesco puro; libera la parola ed i comportamenti dalla gabbia della ragionevolezza esaltando l’eccentricità, la follia la stranezza attraverso una serie di prototipi grottesco consolidati. Il grottesco puro in quest’opera si mischia ad un velo malinconico e lunare. Fellini è da considerarsi il più grande autore del grottesco del cinema italiano nonché una delle più rappresentative del grottesco puro, inserendo quasi totalmente l’imagerie grottesca con un rappresentazione esagerata e iperbolica, rendendo inscindibili soggettivo e oggettivo, reale e immaginario, percezione e ricordo, sogno e immaginazione, presente e passato.

Tratto da CORPO E MASCHERA NEL CINEMA ITALIANO di Asia Marta Muci
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