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L'educazione intellettuale in Kant

Kant propone un’educazione intellettuale  in cui le facoltà inferiori (sensibilità, immaginazione, memoria e attenzione)  vengono sviluppate in funzione delle capacità di giudizio razionale. Nel curricolo kantiano le capacità percettive di immagazzinamento  vengono addestrate attraverso il ricorso a contenuti concreti come le lingue, le scienze, la storia per preparate un retto uso della ragione.
Secondo Kant bisogna proibire la lettura dei romanzi ai ragazzi perché indeboliscono la memoria e favoriscono la distrazione, invece il bambino deve essere concentrato allo sviluppo della capacità di giudizio. Questo obiettivo viene raggiunto solo attraverso il metodo socratico che fa emergere nel fanciullo  mediante il dialogo le capacità logiche e astrattive per cogliere le regole nei casi particolari sapendolo poi riportare nei casi universali. Kant considera la ragione la capacità di cogliere i principi e la ragione del bambino non è speculativa ma è una ragione concreta, legata alle cause di ciò che accade. Il miglior mezzo per comprendere è il fare.
L’educazione naturale comprende anche la disciplina in quanto limitazione della libertà del fanciullo per obbedire alle massime morali, quindi l’educatore deve tenere un comportamento  sempre razionale e coerente. Kant dice che se si vuole fondare la moralità non bisogna punire per cui le trasgressioni alla sincerità e all’obbedienza  possono essere contenute  con i castighi fisici e morali in modo tale da rendere il bambino consapevole  del loro significato correttivo; invece i premi non devono essere utilizzate perché inducono ad agire non per dovere ma per tornaconto.
L’educazione fisica è quella forma di educazione che l’uomo ha in comune con l’animale.

Tratto da CULTURA PEDAGOGICA - LA STORIA di Selma Aslaoui
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