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Stans e Burgdorf e Yverdon: gli interventi di Pestalozzi

gli orfani di Stans pongono a Pestalozzi una serie di problemi pratici e teorici e uno dei frutti di quest’esperienza   è il ricorso al mutuo insegnamento => inizialmente era inteso  come mezzo esteriore d’aiuto che permette di affidare in parte la didattica agli alunni  più dotati per aiutare quelli più deboli.  Gli alunni soffrono la distruzione dei propri legami affettivi quindi il loro maestro coglie nell’amore la premessa indispensabile  di ogni educazione efficace. L’intervento di Pestalozzi di insegnare tutto a tutti non è possibile quindi vi è la necessità dell’attivizzazione dell’alunno.

Burgdorf
qui Pestalozzi ha la collaborazione di altri insegnanti. Ci sono scolari  dai 5 ai 13 anni di ceto medio, non esistono classi, i gruppi si modificano a seconda delle esigenze intellettuali di ciascuna area didattica.  Ciascun insegnante deve lavorare al perfezionamento del metodo specializzandosi nell’approfondimento di specifiche aree disciplinari.
Il metodo elementare è il metodo didattico più adeguato in cui il maestro deve individuare  le idee essenziali  e impostare i processi di apprendimento  a partire dalla conoscenze di base.  Secondo Pestalozzi tutte le facoltà umane  sono presenti potenzialmente nell’atto della nascita, quindi l’intervento educativo deve iniziare presto con l’azione della madre. La madre è il modello pedagogico a cui si deve ispirare il metodo sia per l’affetto sia per la semplicità.
Pestalozzi valuta  la capacità educativa femminile  che supera quella di Locke e di R che affidavano alla donna solo la funzione di allevamento. Pestalozzi vuole individuare un metodo fondato sulle leggi eterne dello sviluppo la cui conoscenza permetterà ai maestri e alle madri di offrire l’insegnamento in modo naturale e coerente con lo sviluppo del bambino.
Gli insegnamenti devono essere disposti in serie psicologicamente incatenate in cui ciò che precede debba essere connesso a ciò che segue : i contenuti dell’apprendimento  devono essere posti con gradualità, dal semplice al complesso, e a partire dall’esperienza del fanciullo per poi allontanarsene progressivamente.
Organicità, gradualità e vicinanza portano all’idea di continuità che riporta il maestro a partire3 dall’istruzione e dall’ambiente educativo materno.
Il centro del metodo educativo
Il centro dell’educazione è l’attenzione per i meccanismo che governano gli apprendimenti e per uno sviluppo armonico della personalità.
Il metodo elementare è trasversale  rispetto alle tre aree educative fondamentali legate alle facoltà del cuore,  mente e mano.
Cuore => corrisponde all’educazione morale , è il fine ultimo dell’educazione e ha priorità assoluta perché prima di pensare e agire ama. È l’educazione alla fede in Dio e l’amore per Dio e per gli uomini, l’amore materno insegna con semplicità a non essere egoisti e a rivolgere la propria affettività verso il prossimo e il creatore.
Mente => La didattica di Burgdorf si basa sull’intuizione come fondamento naturale dell’esperienza del bambino. L’educatore deve aiutare il bambino a riconoscere gli elementi fondamentali della sua osservazione della realtà secondo il metodo intuitivo o oggettivo. Seguendo la distinzione tra numero. Forma e nome, come elementi fondamentali dell’intuizione, il procedimento didattico porterà ogni intuizione  nelle sue relazioni formali e numeriche per passare al nome, allo studio della lingua e agli apprendimenti geometrico - matematici.
Numero = da cui derivano l’aritmetica e il calcolo
Forma = derivano geometria, disegno e scrittura
Nome = deriva la lingua
Mano => L’educazione al lavoro non ha più necessità sociale, come nei bambini di Neuhof,  l’educazione della mano viene inserita nel curricolo per  il suo valore formativo. Il fare è una componente essenziale  della vita infantile ed è necessario trovare gli elementi di base da cui partire per formare gradualmente l’arte adulta. Il lavoro manuale è inteso come vera e propria ginnastica intellettuale.

Yverdon : crisi del sistema educativo
è una normale scuola convitto, a pagamento per alunni benestanti di entrambi i sessi, 150 alunni e 15 insegnanti. La scuola diventa esperimento educativo europeo  più noto ed avanzato dell’epoca.
La preoccupazione di Pestalozzi è quella di trovare un metodo di base per l’educazione popolare però egli produce eccessi didatti cistici dello mnemonicismo  che soffoca i processi di apprendimento  nei loro aspetti spontanei  e creativi e toglie all’intuizione infantile i suoi elementi naturali di globalità.
Successiva crisi dell’istituto per l’irrigidimento  del metodo e il distacco dall’educazione popolare.
La novità di Pestalozzi è lo spazio dedicato all’insegnamento della lingua in cui egli riconosce che il linguaggio, come viva espressione personale, deve fondarsi nell’ambito concreto dell’esperienza e della vita. La didattica deve evitare il metodo mnemotico – grammaticale  per dare maggior spazio all’insegnamento della lingua che modifica il rapporto con le prime intuizioni  che trovano la loro prima espressione nel linguaggio e non nelle relazioni formali e numeriche come ha sostenuto precedentemente.

Tratto da CULTURA PEDAGOGICA - LA STORIA di Selma Aslaoui
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