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CBT - trattamento cognitivo-comportamentale - per l’insonnia infantile


Infanzia: durante i primi 3 mesi di vita, ben il 20-30% dei bambini presenta problemi di sonno. Negli anni successivi il problema interessa il 15%. Gli interventi dovrebbero includere una valutazione degli atteggiamenti e delle credenze relative al sonno dei genitori e alla loro capacità di gestire i momenti cruciali per il sonno del bambino.
Si potrà considerare la presenza nei genitori di idee e comportamenti disfunzionali, di disagio psicologico o di problemi psicopatologici che possono causare o alimentare il problema di sonno. Si dovrà anche valutare la responsabilità di eventuali disturbi medici (allergia al latte, coliche, reflusso, problemi respiratori o movimenti di braccia e gambe nel sonno).
I CBT per i problemi di inizio mantenimento del sonno nella prima infanzia sono basati sul lavoro con i genitori (o altri caregiver) e hanno l’obiettivo di modificare le interazioni adulto-bambino associate al sonno. Si vuole: modificare le cognizioni disfunzionali dei genitori relative al sonno dei propri figli, modificare i comportamenti e le reazioni di fronte all’effettivo sonno dei propri figli in modo da mutare le risposte apprese, le aspettative e i comportamenti dei bambini.
Si assume che gli sforzi eccessivi da parte dei genitori per tranquillizzare i loro bambini e aiutarli ad addormentarsi la sera o durante la notte impediscano, nei piccoli, lo sviluppo di capacità spontanee di autoconsolazione e gestione autonoma del passaggio dalla veglia al sonno. Così il bambino sarebbe indotto a richiedere sempre l’aiuto del genitore ogni volta che si dispone a dormire.
I CBT più comuni per questi problemi di sonno sono le procedure che portano a estinzione dei comportamenti disfunzionali:
- estinzione brusca: consiste nell’ignorare fermamente gli eventuali richiami del bambino dopo la disposizione a dormire. Dopo aver protestato un po’, il bambino sarà esausto e la mancanza di rinforzo al comportamento di richiamo, data dall’assenza del genitore, lo condurrà a metodi di autoconsolazione e quindi all’addormentamento. E’ una procedura efficace per il trattamento dei problemi di inizio e mantenimento del sonno;
- estinzione graduale: è un metodo più “morbido”, si suggerisce ai genitori di far visita al bambino a intervalli di tempo predefiniti (es.5 minuti) offrendogli supporto e rassicurazione, se continua a protestare o a piangere. Queste visite dovrebbero essere molto brevi, mostrando al bambino la presenza del genitore ma dandogli la minima attenzione e assistenza utile per il sonno, per poi lasciare il prima possibile la sua stanza.
Il rifiuto di andare a letto e le paure notturne interessano i bambini di età prescolare e scolare. L’intervento di co-sleeping consiste nel rimanere vicino al letto del bambino al momento di andare a letto o durante l’addormentamento, oppure si permette di dormire nella stanza da letto dei genitori per un breve periodo (1-7 notti).
Questi comportamenti, se adottati in modo insicuro o prolungato, possono rinforzare il comportamento originario e perpetuare il problema o comportare un prolungamento della richiesta di co-sleeping da parte del bambino. Altre tecniche utili sono: self-control-training, rilassamento muscolare, esercizi per il respiro, imaging positiva.

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