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Le insonnie primarie - IP


L’ISCD suddivide l’insonnia primaria in 5 sottotipi di insonnie, definite sia da sintomi positivi che da criteri di esclusione.
DISTURBO DI INSONNIA DA ADATTAMENTO (o INSONNIA SITUAZIONALE)
Si presenta in occasione di uno stress identificabile  (es. lutto, cambio di lavoro) ed ha un decorso breve (da qualche giorno a qualche settimana) ed acuto, di solito termina quando lo stress specifico si risolve o l’individuo si adatta. Nel caso in cui persista oltre la risoluzione della condizione di stress, si parla di insonnia psicofisiologica.
INSONNIA PSICOFISIOLOGICA
E’ la forma più classica di insonnia primaria, presente almeno in parte in tutte le forme di insonnia cronica.  Si tratta di un’insonnia condizionata o appresa, che dipenderebbe da due cause principali:
- la somatizzazione dalla tensione derivante dalla paura di non dormire, che determina un circolo vizioso,
- i processi di associazione (condizionamenti negativi) tra la presenza di uno stato di veglia nei periodi destinati al sonno e gli stimoli che caratterizzano normalmente l’ambiente di sonno. La ripetuta associazione tra insonnia e stimoli ambientali (letto/camera da letto), temporali (orari di disposizione a letto) o comportamentali (rituali) determinerebbe nei pazienti un arousal condizionato che ostacola il sonno.
Questi pazienti sono infatti, a differenza dei normodormienti, gli unici a non subire il first night effect (dormire peggio che a casa la prima notte che si cambia letto) poiché al contrario, questi pazienti dormono meglio in laboratorio che a casa (riverse first night effect).
Prevalenza nella popolazione stimata tra il 12 e il 15%.
INSONNIA SOGGETTIVA (o Paradossale da mispercezione del sonno o pseudoinsonnia)
A differenza della precedente, questo tipo di insonnia non ha riscontri oggettivi polisonnografici. Si tratta della percezione soggettiva di insonnia in assenza di evidenze di laboratorio che confermino alterazioni o delle conseguenze diurne attese in base all’entità del disturbo riferito.
Non si tratta di simulazione o di disturbo psicopatologico sottostante. Non si manifesta reverse first night effect. Probabilmente è dovuta a diversi fattori, quale il perdurare di attività mentale vigile anche nello stato di sogno, la difficoltà soggettiva di distinguere il sonno dalla veglia e la mancanza di sufficiente sensibilità nelle tecniche EEG usate nei centri del sonno.
Prevalenza nella popolazione clinica inferiore al 5%.
INSONNIA DA INADEGUATA IGIENE DEL SONNO
Frequente in adolescenza o all’esordio dell’insonnia, è associata a stili di vita e comportamenti disfunzionali sotto il controllo del paziente, suddivisi in due grandi categorie:
- pratiche che determinano un aumento dell’aurosal (assunzione di caffeina, nicotina, eccessiva attività cognitiva o fisica prima di dormire o nei risvegli notturni)
- pratiche incompatibili con i principi di regolazione del sonno (sonnellini diurni, orari di sonno irregolari). Prevalenza nella popolazione clinica: 10%
INSONNIA IDIOPATICA
A esordio infantile, permane nell’età adulta. E’ una delle forme più persistenti di insonnia, in cui spesso non è rintracciabile un fattore scatenante (stress, problemi medici).
Rispetto agli altri insonni, i pazienti manifestano minore disagio emotivo nei confronti del disturbo, probabilmente perché hanno sviluppato precocemente strategie di coping. Si ipotizza che dipenda da un deficit nei meccanismi neurologici di base del ciclo sonno-veglia (spesso si associa a disturbi dell’apprendimento e a deficit dell’attenzione/iperattività).
Prevalenza nella popolazione clinica: meno del 10%

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