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Critica agli epicurei e all'edonismo



Poi si critica epicuro sulla logica (parte della filosofia che ha per oggetto la ricerca e la discussione). Qui Epicuro è disarmato: non usa definizioni; non dà precetti per classificazioni e ripartizioni; non insegna come impostare e concludere un ragionamento; non dimostra il metodo per risolvere questioni capziose e chiarire le dubbie - ma rimette ai sensi il giudizio sulla realtà.

CRITICA ALL'EDONISMO

Sostiene poi come principio piacere e dolore, che la natura stessa stabilisce e approva. Secondo C questo principio è indegno ma difeso meglio da Aristippo (edonismo = il piacere come fine ultimo di ogni azione) e dai Cirenaici.  Ora Cicerone racconta di Tito Manlio Torquato, che nel 361 a.c. uccide un gallo in duello e gli toglie la collana.  L'altro Tito Manlio Torquato, console nel 165, fece decapitare il figlio accusato di concussione.  Questi sono i casi di travagli che un uomo si sobbarca per i suoi cittadini (Cicerone è molto attento alla dimensione del cittadino e della comunità).  Alcuni infatti preferiscono sobbarcarsi qualsiasi dolore pur di non mancare al loro dovere. Questi sono esempi di cose maggiori, secondo C. di una semplice vita dedita al piacere.

L'OPINIONE E GLI EPICUREI

Poi Cicerone dice che l'opinione crede che ciò che è retto e onesto produca di per sè la gioia (secondo gli epicurei). Ma se si ammettesse che queste azioni sono di per sè piacevoli, la virtù e la cultura sarebbero desiderabili per sè. Ma Epicuro non vuol dire ciò. Ultima critica: Epicuro non è abbastanza ferrato neppure nelle questioni teoretiche.

Tratto da "DE FINIBUS" DI CICERONE di Dario Gemini
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