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Vita di Cicerone nel 45 a.C.



Cicerone è nella sua villa di Astura, e scrive ad un suo amico. Siamo nel 45 a.c. Cos'è accaduto in questo periodo a lui e alla Repubblica??
6 aprile 46: Cesare sbaraglia Pompeo in Africa a Tapso. Catone si toglie la vita. Crolla la repubblica Romana. 25 Luglio: Cesare dà allo stato  nuove leggi. Cicerone all'inizio si illude che voglia restaurare le antiche istituzioni repubblicane. In quel periodo frequenta anche i cesariani.  Ricordiamo che gli era stato imposto di non partecipare all'attività politica.  C'è un pò di amarezza e rassegnazione nelle sue parole del periodo, anche se è gaio. Ma è un periodo in cui scrive molto. 2 volte nel foro interruppe il suo silenzio e parlò in Senato. Ma le sue illusioni riguardo Cesare svanirono,  anche perchè il senato era diventato strumento nelle mani del dittatore. Decide così di pubblicare un elogio di Catone che aveva scritto in estate su invito di Bruto. Catone era simbolo delle tradizioni repubblicane.  Si risposa con una giovane ereditiera. Nel 45 gli muore la figlia, e Cicerone cade nell'abbattimento. Si chiude nella sua villa di Astura, vinto dal dolore e dal pianto. Non vuole vedere nessuno. Compone una consolazione per la morte di Tullia. Cesare intanto legge l'elogio di Catone, scrive un Anticatones ma loda lo stesso Cicerone per le sue doti di scrittore. Così Cicerone cede e scrive a Cesare una lettera di Celebrazione.
Ma in primavera ed estate si dedica intensamente alla filosofia: nelle sue ville (Astura, Tuscolo, Arpino), concepisce il disegno di dare a Roma una letteratura filosofica che esponesse in latino i maggiori problemi della filosofia greca. Aprile: compone un' esortazione allo studio della filosofia (Hortensius). Giugno: 9 libri: 4 Academica sul problema gnoseologico e 5 sui termini estremi del bene e del male (de finibus bonorum et malorum). Si interessa prevalentemente del problema morale, il cuore secondo lui di tutta la filosofia. Luglio: scrive le Tusculanae Disputationes / traduce il Timeo di platone. Agosto: affronta il problema religioso nel De natura deorum.
Intanto Cesare era ormai monarca assoluto che ordinava lo Stato a suo piacere. Cicerone stava a Roma il meno possibile, non potendo svolgere la sua attività forense. I rapporti formali tra Cesare e Cicerone erano cordiali. Le cose si avvicinavano alla monarchia, quando il 15 marzo al Senato Cicerone assistette all'uccisione di Cesare (di cui non era stato messo al corrente dai congiurati). Cicerone si rituffa nella lotta ritenendo possibile una restaurazione. Ma all'orizzonte emerse Antonio. Quando Cicerone si lanciò contro di questi, gli costò la vita.

Tratto da "DE FINIBUS" DI CICERONE di Dario Gemini
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