Skip to content

Epicuro e gli dei in "De natura deorum"



Evemero si occupò degli dei che furon uomini poi divinizzati. Democrito sembra incerto sulla natura degli dei. Ora dice che le immagini dotate di natura divina son insite nell'universo, ora che gli elementi della mente sono dei, ora che essi sono le immagini viventi che san esserci di danno o giovamento..ma chi può ritenere tali immagini degne di culto? Ma Epicuro estirpa del tutto la religione dall'animo umano perchè priva gli dei di possibilità di soccorso e di benevolenza. Negando la benevolenza elimina l'attributo più caratteristico di un natura superiore. E se gli dei non si curano degli uomini, non si curan neppure l'uno dell'altro. Meglio l'opinione degli stoici, secondo cui i sapienti sono amici anche quando non si conoscono! Niente infatti è più amabile della virtù. Voi invece considerate la benevolenza propria della debolezza...non c'è dunque un amore naturale tra la gente perbene? Se l'amore e l'amicizia tra uomini sono disinteressati, ancor di più lo sarà l'amore degli dei... Quindi perchè preghiamo gli dei? facciam loro voti? a che servon i pontefici? Quale santità può esistere se gli dei non si curan dell'uomo? Dunque come dice Posidonio Epicuro crede che gli dei non esistano, e ciò che dice sugli dei immortali lo dice per stornare l'ostilità: infatti non sarebbe stato così stupido da immaginare un dio antropomorfo. Epicuro ammette a parole l'esistenza degli dei ma nei fatti la nega. Il dio non può esser propizio, perchè benevolenza e amore per voi risiedono nella debolezza.

Tratto da "DE NATURA DEORUM" DI CICERONE di Dario Gemini
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.