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L’etica degli affari



L’etica degli affari riguarda la amministrazione dello stato e i pubblici servizi. Nel caso dell’amministrazione si ha di mira il comportamento morale del funzionario dello stato che tradizionalmente è ispirato a criteri di rigore e lealtà. Due problemi sono considerati da molti autori Standard nell’ambito dell’etica della pubblica amministrazione, rappresentando ciò che la distingue essenzialmente essenzialmente dall’etica degli affari: un problema dell’organizzazione dello stato e della pubblica amministrazione e la conseguente difficoltà nell’individuare le responsabilità individuali di natura morale, e uno delle mani sporche circa la liceità dei  mezzi adoperati da un pubblico funzionario per ottenere scopi di interesse generale. Alla luce della natura e dei compiti di uno stato costituzionale questi problemi questi problemi non rispettano il valore speciale delle responsabilità dei singole e della trasparenza nelle procedure.
Comunque sia, un codice etico per i servizi pubblici può mettere in prima fila le funzioni di controllo e indirizzo, che il servizio pubblico deve svolgere, lasciando anche ai provati le funzioni più propriamente imprenditoriali (proprietà e gestione). In questo modo si contribuirebbe a realizzare quell’alleggerimento del welfare senza tuttavia pagarne i costi in termini di delegittimazione della sfera pubblica. Una seconda funzione dell’etica dei servizi pubblici consiste nel favorire una maggiore corrispondenza tra domanda e offerta dei servizi stessi. Non si tratta solo di auspicare a una gestione dei servizi ma anche di ridurre la distanza tra gestione e utenza.

Nella prospettiva di un’etica del servizio pubblico nascono alcuni problemi che vanno compresi:
Un primo problema concerne la natura dell’etica stessa quando si applica al dominio in questione. Lo stato, la pubblica amministrazione e le imprese pubbliche sono soggetti che se non immuni al diritto, sono diversamente orientati rispetto al diritto. Le loro responsabilità non sarebbero così identiche a quelle dei comuni cittadini. Differenti però non vuole dire inesistenti. Anzi tali responsabilità sono più delicate e gravi di quelle generali. Ciò vale per il diritto come per la morale.
Le speciali immunità del politico e del pubblico trovano una ragion d’essere, nella presenza centrale di arcana imperi nell’ambito di una concezione della politica che non è quella liberale. Questo problema ha un suo risvolto paternalistico, appare quindi incoerente con il perseguimento di ideali di autonomia liberale, connessi con lo sviluppo democratico.
Lo scopo principale di questa etica dovrebbe consistere nella creazione di un rapporto di fiducia tra funzionario e utente. per questi motivi l’etica perseguita dai funzionari deve essere svolta e seguita con grande cautela, c’è in gioco un rapporto delicato di fiducia nel pubblico. In questo senso l’etica professionale sta a metà tra l’etica del business e quella pubblico. La peculiare responsabilità professionale di chi svolge tali lavori sembra implicare uno speciale dovere di attenzione.
Il progetto di un codice etico per le imprese del pubblico servizio costituisce un caso di work in progress.  Concludendo possiamo sostenere che un interesse diffuso e sentito per l’etica degli affari, delle professioni e della pubblica amministrazione sembra una caratteristica tipica di questi anni. Nei suoi termini generali questo movimento collettivo di natura morale converge con la crisi dello welfare state e può contribuire a renderne le procedure e i risultati più coerenti con le esigenze pubbliche che li giustificano. Al tempo stesso l’enfasi sulla responsabilità individuale che è al cure dell’etica degli affari e dell’etica in generale, coincide con gli scopi e la storia del liberalismo filosofico e politico. In un’epoca di dubbio sul ruolo delle grandi agenzie comunitarie di diffusione ideologica, quali le chiese e i partiti, ciò non sorprende affatto. Da questo punto di vista, siamo al cospetto di un segno ulteriore della non rinviabili di un adeguamento delle coscienze alle tendenze prevalenti di un’età liberale prossima ventura.

Tratto da DECALOGO MODELLI ETICI di Marianna Tesoriero
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