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Gli scenari della potestà corrente


Passando alla potestà concorrente, sono almeno due gli scenari da considerare.
Il primo riguarda il caso in cui lo Stato decide di adottare una nuova legge cornice, che modifica i “principi fondamentali” in una determinata materia.
Nell’ipotesi in cui la vigente legislazione regionale di dettaglio contrasti con essi, si prevede l’abrogazione delle norme regionali e si impone contestualmente ai Consigli regionali di apportare entro 90 giorni le necessarie modificazioni alla legislazione regionale.
L’avvento di nuove leggi statali di principio può comportare sia l’abrogazione, sia  
l’incostituzionalità delle leggi regionali di dettaglio.
Si avrà abrogazione se ricorrono gli estremi di puntuale incompatibilità con la legge statale; ove, invece, non si possa configurare l’effetto abrogativo, resta la possibilità di porre una questione di legittimità costituzionale.
Il secondo scenario, riguarda il caso in cui il legislatore statale non si limita ad introdurre nuove disposizioni di principio, ma detta provvisoriamente anche la normativa di dettaglio.
La dottrina ha assunto posizioni contrastanti sulla questione, dividendosi tra chi ritiene questa interferenza statale nella sfera regionale incompatibile con la logica della separazione delle competenze propria del nuovo Titolo V, e chi, invece, segue la linea della integrazione tra le fonti, secondo la quale è consentito alla legge dello Stato di porre provvisoriamente, oltre alle disposizioni di principio, anche la normativa di dettaglio, la quale peraltro dovrà essere sostituita dalla legislazione regionale: si tratta della clausola c.d. “di cedevolezza”, a tutela della competenza regionale.

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