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Il cammino comunitario della corte costituzionale: 1973-1984


Seconda fase (1973-1984): alla fine del 1973 si fa piena la consapevolezza della Corte circa la portata degli impegni comunitari e delle incisive modifiche al sistema costituzionale che la loro realizzazione aveva determinato.
La Corte conferma la sua impostazione dualistica nei rapporti tra ordinamento interno e ordinamento comunitario, definiti come “sistemi giuridici autonomi e distinti, ancorché coordinati secondo la ripartizione di competenze stabilita e garantita dal Trattato”; ma sottolinea il carattere vincolante per gli Stati e per i loro cittadini dei regolamenti comunitari.
Quanto al problema delle garanzie costituzionali nei confronti degli atti normativi comunitari, la Corte, movendo dall’impostazione dualistica, esclude sia la loro sottoponibilità al referendum abrogativo sia la loro sindacabilità in sede di giudizio di legittimità costituzionale.
La ripartizione delle competenze normative tra fonti comunitarie e fonti interne corre lungo la linea tracciata dall’art. 11 cost. onde l’invasione da parte della legge nazionale della sfera comunitaria si risolve in violazione della norma costituzionale.

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