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Le caratteristiche delle circolari amministrative


Muovendo dall’idea che la circolare amministrativa altro non sia cha uno strumento di esternazione, nell’ambito di una determinata organizzazione amministrativa, di ordini operativi da contenuto di volta in volta diverso, la dottrina ha elaborato la distinzione tra varie categorie di circolari (interpretative, normative, informative, di cortesia, ecc…) mettendone in luce la diversità degli effetti, anche ai fini della loro impugnabilità in sede giurisdizionale.
L’opinione prevalente è che le circolari siano in generale sprovviste di efficacia normativa, non producendo in modo autonomo innovazioni nell’ordinamento giuridico.
Sennonché l’esperienza mostra fenomeni di circolari aventi efficacia esterna e la cui normatività sembra difficile da contestare.
Si è, infatti, parlato di circolari-regolamento.
In primo luogo si danno casi nei quali la circolare interviene a delimitare la discrezionalità di una determinata autorità amministrativa, fungendo quindi da auto o da etero-limitazione dai suoi poteri, prescrivere modalità procedimentali e sostanziali per l’emanazione di atti di competenza dell’autorità emanante o di autorità ad essa subordinate.
Analogamente, alle stesse circolari puramente interne ad una pubblica amministrazione, parte della giurisprudenza ascrive efficacia relativamente vincolante, nella misura in cui si richiede che l’autorità che ne è destinataria non si discosti dalle sue prescrizioni, includendo il rispetto delle circolari tra le regole della buona amministrazione.
Nei casi sopra ricordati, la circolare, pur restando collocata all’interno dell’apparato amministrativo, acquista rilevanza nell’ordinamento generale, potendo costituire sia oggetto che parametro di controllo giurisdizionale.

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