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La Corte costituzionale ed il suo contributo allo sviluppo del diritto del lavoro

Abbiamo precedentemente ribadito come, a partire dalla Costituzione del 1948, il diritto del lavoro ha assunto un'importanza pari, se non addirittura superiore, al diritto commerciale ed a quello civile. Ciò è stato possibile anche grazie alle innumerevoli pronunce della Corte Costituzionale, la quale non solo ha molto spesso abrogato norme in materia di diritto del lavoro contrastanti con la Costituzione ed appartenenti a leggi speciali o addirittura al Codice civile, ma ha spesso emanato sentenze interpretative di rigetto, ritenendo la questione di illegittimità non fondata ma fornendo l'interpretazione più conforme alla Costituzione di un enunciato legislativo, e sentenze interpretative di accoglimento, che ritengono illegittimo un enunciato di una determinata norma, chiarendo come vada interpretata la parte restante. Non sono mancate, poi, sentenze di accoglimento parziale (sostitutive o additive), le quali hanno molto spesso chiarito cosa mancasse ad una norma per essere costituzionale o cosa andasse sostituito all'interno della stessa. 
La giurisprudenza costituzionale ha quindi garantito una maggiore evoluzione del diritto del lavoro, che ha assunto negli ultimi anni un ruolo di funzione-guida nell'ambito delle discipline privatistiche.

Tratto da DIRITTO DEL LAVORO di Alessandra Infante
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