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Pensioni di anzianità e vecchiaia. La tendenza espansiva del diritto del lavoro

Pensioni di anzianità e vecchiaia. La tendenza espansiva del diritto del lavoro 

Per quanto concerne le pensioni di anzianità e vecchiaia il sistema tuttora in vigore è quello "A RIPARTIZIONE", in base al quale l'erogazione delle suddette dipende dalla forza lavoro attiva. 
Con la L.238/1968 venne introdotta la PENSIONE RETRIBUTIVA, la cui misura era calcolata in base alla percentuale di retribuzione corrisposta nell'ultimo periodo ti attività lavorativa (5 anni prima e 10 in seguito). Con l'invecchiamento della popolazione italiana ed il numero sempre crescente di pensionati e sempre inferiore di forza lavoro, la pensione retributiva rischiava di minare l'intero sistema a ripartizione: in sintesi divenivano man mano insufficienti il numero di lavoratori per pagare le pensioni. 
L'intera materia è stata rivista con la L.335/1995, che ha sostituito il sistema retributivo con quello contributivo, molto simile al sistema con cui operano le assicurazioni private: il trattamento pensionistico viene calcolato sull'ammontare dei contributi versati durante la vita lavorativa di un soggetto, salvo alcuni correttivi che garantiscano una maggiore equità sociale. 
Il sistema, comunque, rimane incentrato sulla solidarietà sociale: anche ai lavoratori autonomi è stata garantita, col passare del tempo, la possibilità di accedere ad un trattamento previdenziale. Esistono comunque notevoli differenze di tutela previdenziale: solo in caso di lavoro subordinato si ha la traslazione del rischio sociale in capo al datore di lavoro e solo in tal caso il rapporto previdenziale si configura come effetto indiretto del contratto di lavoro. 

Tratto da DIRITTO DEL LAVORO di Alessandra Infante
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