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Sistemi di collocamento speciali

La riforma del mercato del lavoro ha riguardato, oltre al collocamento ordinario, anche il collocamento in agricoltura, nonché i collocamenti speciali dapprima previsti. In tema di agricoltura, infatti, il collocamento Sono stati, pertanto, soppressi gli uffici del Ministero del lavoro per il collocamento in agricoltura, le cui competenze sono passate ai Centri per l'impiego e la cui disciplina deve essere emanata dalle Regioni. 
Anche gli altri sistemi di collocamento speciale sono venuti meno o comunque sono stati ricondotti alla disciplina delle Regioni: lavoratori dello spettacolo e lavoratori a domicilio. 
Presso le regioni, tuttavia, vi sono delle speciali liste per ciò che concerne i lavoratori italiani disposti a svolgere la propria attività all'estero in Paesi extra-comunitari, a cui continua ad applicarsi una disciplina speciale. 
Per ciò che riguarda, al contrario, i lavoratori extra-comunitari nel nostro Paese, è previsto un controllo dei flussi migratori tramite la previsione annuale del Governo delle quote massime di stranieri che possono lavorare nel nostro Paese, tenuto conto delle quote-flussi, misure di protezione temporanea volte ad occupare più lavoratori italiani. Inoltre il cittadino extra-comunitario che voglia lavorare all'interno dello Stato italiano necessita di un contratto di soggiorno per lavoro subordinato a tempo determinato o indeterminato, o per lavoro stagionale: in tale contratto è previsto che il datore di lavoro si faccia garante della disponibilità di un alloggio, che deve rispettare determinati standard, per il lavoratore, nonché delle spese per il ritorno del lavoratore nel Paese d'origine. Un'integrazione socio-economica è, invece, prevista per i lavoratori regolarmente immigrati, nei confronti dei quali non si deve applicare alcuna discriminazione. 

Tratto da DIRITTO DEL LAVORO di Alessandra Infante
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