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Definizione di dolo intenzionale

Definizione di dolo intenzionale

In tale caso la realizzazione del fatto tipico è l’obiettivo consapevole del comportamento, l’intensità con cui il fatto è voluto è massima => la volontà del fatto tipico assume i caratteri psichici dell’intenzione di produrlo.
Es. Tizio spara a Caio per sopprimere un temibile concorrente nei propri traffici illeciti.
In pratica => si persegue l’evento come scopo finale della condotta o come mezzo necessario per ottenere un ulteriore risultato.
Non è detto che il fatto tipico, pur essendo lo scopo immediato della condotta criminosa, costituisca sempre anche lo scopo ultimo dell’agente.
Es. è indubbio che la morte di Caio è intenzionalmente voluta da Tizio, visto che tiene una condotta omicida allo scopo di uccidere; ma è evidente che lo scopo ulteriore è quello di liberarsi di un concorrente e quindi di realizzare maggiori profitti illeciti. => Ai fini della sussistenza del dolo intenzionale non interessa andare ad accertare quali siano gli scopi ulteriori o addirittura ultimi perseguiti dall’agente, essendo sufficiente verificare che il fatto tipico sia stato cmq perseguito, voluto come scopo della condotta.
Ripercorrere gli eventuali scopi ulteriori alla realizzazione del fatto tipico, fino ad arrivare allo scopo ultimo, serve solo per accertare i moventi del reo: il movente, infatti, rappresenta in qualche modo la causa psichica generica ed indistinta, quasi la “forza psichica” sprigionata da un bisogno della persona.

Tratto da DIRITTO PENALE di Beatrice Cruccolini
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