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Il principio di onnipotenza dei diritti penali da parte dei singoli Stati


Gli Stati restano liberi di considerare onnipotente il proprio diritto penale.
Saranno poi esigenze di praticità che spingeranno gli Stati e rinunciare alla persecuzione di fattispecie concrete non di proprio interesse.
Il diritto internazionale funge da garanzia per l’interesse generale affinché i reati non restino impuniti a prescindere dagli interessi dei singoli Stati ad averne competenza.
Non esistono però leggi o norme internazionali espresse che regolino tali rapporti, in quanto altrimenti sarebbero infondate le rivendicazioni di onnipotenza dei diritti penali da parte dei singoli Stati.
Quindi ci sono soltanto delle tendenze generali:
- Territorialità, solitamente ha competenza lo Stato sul cui territorio è stato commesso il fatto, per esigenze di praticità e in quanto lo Stato ha interesse affinché sia garantito l’ordine all’interno dei propri confini.
- Nazionalità del soggetto attivo o passivo, con questo criterio viene attribuita la competenza di fattispecie concrete eccezionali in cui la repressione dei propri cittadini, cioè del soggetto attivo, o la loro tutela, cioè del soggetto passivo, si pongono con particolare rilevanza.
- Stato in cui avviene la cattura, per casi di reati ritenuti di interesse globale, il reo può essere giudicato dallo Stato in cui viene catturato, per evitare l’impunità e in quanto in queste situazioni il diritto penale è considerato universale.

Tratto da DIRITTO PENALE: PRINCIPI E DISCIPLINA di Stefano Civitelli
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