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Le tipologie di dolo in base all’oggetto della rappresentazione


Rispetto all’oggetto della rappresentazione, il dolo può essere:
a. Dolo generico, la rappresentazione di volontà deve riguardare l’intero fatto tipico.
b. Dolo specifico, la rappresentazione di volontà deve riguardare un elemento essenziale di natura psichica.
Ma come può un fattore meramente interiore o intenzionale costituire reato senza violare i principi di offensività del reato è di naturalismo o materialità della condotta?
Perciò il dolo specifico è previsto solo in tre tassativi casi:
- come unico requisito di offesa, come avviene nel reato di associazione a delinquere, il quale sussiste solo con l’esistenza dell’intenzione, all’interno dell’associazione, di condurre un’attività criminosa senza che essa poi si debba obbligatoriamente realizzare, si colpisce il pericolo;
- come aggravante, come avviene nel reato di sequestro di persona lo scopo di estorsione, anche senza che venga poi ottenuto, è causa di aumento della pena.
In ogni caso, in queste ipotesi, l’incremento di pena non deve essere esagerato in modo che il disvalore del reato resti incentrato sul sequestro e non ricada sul dolo specifico dell’estorsione;
- come riduzione dell’ambito di tutela penale, in quanto l’essenzialità della sussistenza anche del dolo specifico rende più settoriale il campo applicativo, come avviene, ad esempio, nel reato di furto che sussiste soltanto se il reato è finalizzato a trarre un profitto.

Tratto da DIRITTO PENALE: PRINCIPI E DISCIPLINA di Stefano Civitelli
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