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Le tipologie di dolo in base allo scopo del soggetto attivo


A seconda che la realizzazione del fatto tipico rappresenti o meno lo scopo del soggetto attivo, il dolo si distingue in:
- Dolo intenzionale, il fatto tipico e la volontà di produrlo, cioè il dolo, sono lo scopo del soggetto attivo, la sua intenzione.
Non è necessario che sia lo scopo ultimo (uccidere il vecchio zio può avere lo scopo ultimo di ottenerne l’eredità), in quanto può essere anche scopo intermedio, e in tali casi scoprire lo scopo ultimo serve soltanto per risalire al movente.
Quando la realizzazione del fatto tipico non è né scopo ultimo né intermedio ma solo accessorio allora il dolo fa parte di una delle seguenti categorie:
- Dolo diretto, il fatto tipico è conseguenza certa dello scopo per cui il soggetto agisce intenzionalmente.
In questo caso la certezza del prodursi del fatto tipico accessorio fa si che possa essere ritenuto come voluto dal reo, anche se a un livello di intensità di dolo inferiore.
- Dolo eventuale, il fatto tipico è conseguenza possibile, probabile o dubbia per il soggetto agente.
In questo caso occorre distinguere se il reo abbia accettato l’evento prodotto o il solo rischio.
Nel primo caso si ha dolo eventuale mentre nel secondo colpa con previsione.
Per accertare quale tra queste posizioni volitive un soggetto abbia assunto, si svolge una operazione ipotetico: se il soggetto avesse agito comunque avendo la certezza del prodursi dell’evento accessorio incerto allora si ha dolo eventuale; se invece, con tale certezza, il soggetto non avrebbe agito allora si ha colpa con previsione.

Tratto da DIRITTO PENALE: PRINCIPI E DISCIPLINA di Stefano Civitelli
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