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I compiti della scuola nella crisi adolescenziale


Crisi adolescenziale è crisi d’identità (Erikson): deriva da una situazione di cambiamento interno e relazionale, a livello fisico e psicologico oltre a una difficoltà ad integrare nuove pulsioni, aspetti di sé, capacità per costruire l’identità adulta.
Oggi mutazioni storiche, culturali, economiche: dilatazione dei t di durata dell’adolescenza, confusione di ruoli, sfasamento della maturazione (maturazione psicologica ritardata rispetto a quella biologica).
Nella crisi adolescenziale vi sono due momenti: rapporto con il nuovo sé e rapporto con gli altri (l’ambiente può essere facilitante o patogeno). La relazione è scambio, occasione di confronto, messa in discussione di sé.
La scuola è matrice d’interscambio e interazione (l’aspetto relazionale è motore del processo educativo)  -  è una delle agenzie che possono collaborare alla prevenzione del disagio psichico. La sua finalità è istruire - educare (far acquisire gradualmente capacità di prestazioni intellettuali e comportamentali - apprendimento di contenuti culturali, essenziali per inserimento sociale e adeguata comprensione della realtà).
Perciò necessità di un nuovo tipo d’insegnante: funzioni strumentali - disposizione a comprensione e sostegno. Deve essere attento a motivazioni del conoscere, fenomeno transferale, dinamiche di gruppo, caratteristiche psicologiche del singolo.

Tratto da DISAGIO ADOLESCENZIALE E SCUOLA di Antonella Bastone
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