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Nozione di Contratto, Codice e Costituzione


Se si trascura l’idea di una armonizzazione blanda che lascia il mercato e le sue logiche arbitre dei processi di uniformazione, sono tre le opzioni indicate nella Comunicazione della Commissione Europea del 2001:
incentivare la creazione di un quadro di principi;
formare un Codice da introdurre nell’ordinamento dell’Unione;
creare un Codice modello a cui ispirarsi per uniformare i testi nazionali e per approvarne di nuovi.
È noto che il termine “codice” richiama sempre il senso di una stabilizzazione e di una riunione di elementi riconducibili ad un ordine fisso ed è molto dubbio che tale funzione possa oggi essere svolta da un testo normativo.
Tutto ciò induce ad una prima riflessione sulla struttura di un diritto comune dei contratti.
Più che porsi come obiettivo il governo (impossibile) di una prassi in profonda evoluzione, occorre una grande cornice, un codice di principi che “non galoppi dietro i fatti” ma sia capace di valorizzare gli apporti dei vari attori sociali.
Se è così, integrare e coordinare i risultati dell’elaborazione dei Principi e creare una nuova legislazione a livello comunitario sono due facce della stessa medaglia.
Si tratta casomai di porre in luce quali sono i dati ordinanti su cui fondare il testo e, per iniziare a fornire qualche risposta, occorre porsi il problema del rapporto tra Codice e Costituzione.
La Carta dei diritti compie scelte precise: non la sovranità ma la Persona è posta al centro dell’azione comune; la rilevanza dei diritti fondamentali costituisce un limite espresso al potere dei gruppi economici e un vincolo di contenuto che configura ogni situazione e istituto del diritto dei privati.
Ciò implica un impulso per il legislatore europeo a relativizzare il precedente assetto fondato sulle logiche di mercato e costituisce un segnale molto a predisporre un intervento legislativo per impedire che la formazione del diritto europeo dei contratti sia delegata a centrali private” e per realizzare un corpo di regole coerenti con le tradizioni nazionali.

Tratto da DISCIPLINA GIURIDICA DEI CONTRATTI di Stefano Civitelli
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