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Riflessioni di Postman sulla scuola

Il capitolo inizia con le scuse di Postman a William O'Connor, che aveva asserito che "noi non abbiamo, nelle nostre scuole, un'educazione inferiore: abbiamo un tipo inferiore di studente". C'è, col senno di poi, un rilievo valido in questa affermazione: troppi giovani non sono stati dotati a casa delle attitudini necessarie (abitudine alla gratificazione differita, all'esperienza comunitaria, all'ordine sociale, alla gerarchia, alla continuità) affinché la scuola possa funzionare. Postman considera l'aula (invenzione ottocentesca) come tecnica per il raggiungimento di taluni generi di apprendimento. Questo comporta: 

– la considerazione dell'educazione che ha preceduto l'esperienza di quell'aula, cioè il genere di attitudini promosse dagli altri curricula. Anche qui viene proposta la formazione d'aula come controargomentazione: "è una delle poche, fra le organizzazioni sociali giunte fino a noi, in cui abbiano importanza la continuità, l'esperienza comunitaria, l'ordine sociale, la gratificazione differita"; 

– la riflessione sui codici che si introducono a scuola, dal vestiario (che rende espliciti i nostri atteggiamenti verso le situazioni), al linguaggio (formale ed esemplare, lontano dalle espressioni gergali consuete degli ambienti meno rigorosi), al rispetto della distinzione di generazione o dei ruoli, di certe regole comportamentali; 

– la riflessione sulla metodologia educativa, perché sia promotrice di curiosità, stimolo all'indagine e all'esplorazione personale dei problemi intellettuali. 

Tratto da ECOLOGIA DEI MEDIA di Giada Pierallini
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