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Budget del personale


Volto ad ottimizzare la risorsa “lavoro” elevati costi e aspettative) in aderenza al piano pluriennale;

1. Dimensionamento degli organici (numero dei lavoratori, loro categoria e loro qualificazione) per ogni centro
➤ Al riguardo esistono criteri oggettivi solo per la manodopera diretta (cioè numero di persone che ci occorrono) per la quale occorre

i. Tradurre i programmati volumi produttivi in h/MOD;

ii. Stimare quante ore lavorative in media assicura un operaio in un anno. ES:
Produzione h/MOD → 800
Lavoro ogni anno del lavoratore → 200 h
800/200 = 4 → numero di persone → organico ottimale

iii. Dividere le h/MOD per le h di presenza media pro capite e fare il confronto con l’organico effettivo

3 diverse situazioni:
a. Organico ottimale = organico effettivo
b. Organico ottimale > organico effettivo→fabbisogno di MOD da coprire con modalità o, se non possibile, coerentemente al piano strategico in materia di personale
c. Organico ottimale < organico effettivo → surplus (contingente o strutturale) di MOD da gestire come nel punto “b” (ma solo in parte)

➤ Per le altre categorie di lavoratori si può partire da motivate richieste dei vari centri che portano a scelte discrezionali

N.B: per le nuove assunzioni occorre indicare quando ci sarà il fabbisogno → quando assumere

2. Interventi di politica del personale
• Che riguardano le iniziative e i meccanismi di motivazione e gratificazione nei confronti dei lavoratori(eventuali premi, corsi di formazione etc)
• Che vanno predefiniti soprattutto per i riflessi sul costo del lavoro

3. Definizione del costo del fattore umano.
Questo costo è:
• A livello annuo
• Programmato (che dovrà tenere conto di eventuali contrasti)
• Complessivo (premi di produttività, TFR, oneri sociali)
• Quantità obiettivo anche se è poco gestibile
• Viene trasmesso ai vari centri per la costruzione del relativo budget

Per finire, il budget del personale, una volta approvato dalla direzione generale, costituisce una base per i programmi dei vari centri di responsabilità.

Tratto da ECONOMIA AZIENDALE di Daniel Tiberi
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