Innovazione, progresso tecnologico e teoria economica
- Ipotesi stringenti circa economia e attori economici
→ riflette la realtà americana
• Nella teoria dello sviluppo economico Joseph A. Schumpeter descrive il “Flusso circolare” dell'economia
produzione → occupazione → salari → consumo
• Flusso circolare: modello economico di stampo walrasiano
circolarità, ripetitività, assenza di cambiamento quali e quantitativo: tutto il prodotto generato è distribuito e consumato
• Ma lo liquida come
La condizione di equilibrio ideale del sistema economico, mai raggiunta e sempre perseguita.
Schumpeter Mark 1: Caso Europeo
La realtà del sistema capitalistico, infatti è caratterizzata da cambiamento economico continuo. Questo cambiamento è generato dall'innovazione e si percuote sulla società, modificando i rapporti sociali e la composizione dei gruppi sociali.
• Movente = profitto, prestigio, potere, non vuole solo raggiungere la massimizzazione del profitto.
• Induce nuovi bisogni nel consumatore e lo educa
• moneta, credito, stato (attori extra-economici). Nel flusso circolare non esiste ne risparmio né profitto, ma nella realtà le banche generano credito e nuova moneta, questa creazione di risorse consente di spezzare il flusso circolare perché permettono di acquistare prodotti e servizi. La banca seleziona i progetti di investimento perché deve allocare efficientemente le risorse finanziarie (raccoglie e valuta le idee innovative, decide su quale idea/imprenditore puntare).
Imprenditore = innovatore → nuovo prodotto o nuove qualità di prodotto esistente, nuovi metodi di produzione, apertura di nuovi mercati, nuove materie prime o prodotti intermedi, nuova organizzazione a livello di industria.
Quella del credito è funzione imprescindibile, l'ipotesi dell'imprenditore che investe mezzi propri o di familiari e amici è compatibile con il flusso circolare
L'innovatore invece si finanzia con la banca → creazione di moneta
• questo atto spezza la circolarità del flusso
Le fasi del processo innovativo/ciclo economico
1. L'imprenditore ha un'idea, ottiene credito, costruisce gli impianti produttivi → aumento occupazione, salari, prezzo beni capitali → immissione sul mercato di un nuovo prodotto, aumento consumi, riduzione prezzo bene nuovo (perché abbiamo guadagni di efficienza ed un fenomeno di imitazione perché molti resisteranno alla sua azione ma altri lo imiteranno e questo provoca un calo dei prezzi).
2. Recessione → bolla rallenta, profitti imprenditoriali si riducono
3. Depressione → bolla scoppia, perdite generalizzate
4. Ripresa → graduale ristabilimento di condizioni di “equilibrio”
In “Business Cycles”, Joseph A. Schumpeter individua 3 lunghi cicli economici (cicli di Kondratieff) legati a successivi grappoli di innovazioni tecnologiche.
• 1787-1842 → macchina a vapore, tessile, ghisa
• 1843-1897 → ferrovie acciaio
• 1898- 1950 → elettricità, automobili, chimica
In Schumpeter Mark I l'attività innovativa è caratterizzata da:
• Primato dell'imprenditore singolo
• Innovazioni sono veicolate da nuove imprese e piccole
• Facilità di entrata
• Elevato tasso di nuove imprese
• Nuove imprese prendono posto delle vecchie
• Distruzione delle “rendite” associate a precedenti innovazioni (distruzione creativa) Questa dinamica rispecchia la situazione europea di tardo ‘800 e inizio ‘900.
Schumpeter Mark II: Realtà Americana
Le modalità del processo innovativo appaiono profondamente trasformate
• Agente di innovazione è la grande impresa e non più l'imprenditore, esistono azionisti e manager.
• Ruolo centrale della R&S condotta dalla grande impresa (è qui ora che si fa innovazione)
• Economie di scala e di scopo
• Concentrazione oligopolistica
• Alte barriere all'entrata
Modello caratterizzato da “accumulazione creativa”: sfrutta la stratificazione di conoscenze economiche ed operative.
Questi due modelli sono utili tuttora per descrivere realtà settoriali.
• La contrapposizione tra Mark I e Mark II non deve essere relegata a peculiarità storiche o nazionali.
• Vi sono tuttora settori industriali caratterizzate da dinamiche di tipo Mark 1 e altre di Mark 2.
• Alternativamente si possono associare i 2 modelli a fasi distinte del ciclo di vita dei settori industriali
Mark I → fase iniziale: elevata incertezza tecnologica, basse barriere all'ingresso, innovazione veicolata da imprese nuove (e piccole)
Mark II → maturità: tecnologia stabilizzata, innovazione lungo traiettorie definite, economie di scala, profitti monopolistici, massicci investimenti in R&S, accumulazione creativa, alte barriere.
Si hanno inoltre casi di transizione da struttura e dinamica industriale di tipo Mark I a Mark II e viceversa per l'ingresso di nuovi attori.
I temi lasciati in ombra o sottovalutati nell'analisi di Joseph A. Schumpeter sono:
• ruolo della scienza (esogena) e suo legame con tecnologia
• Contributo dell'imitazione, innovazione incrementale, li vede solo come degli imitatori invece questo ha un ruolo importante perché permette di adattare l'innovazione ai bisogni del mercato;
• Continuità dell'attività innovativa, lui vede l'innovazione solo come una cosa che avvenga in un momento preciso.
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Dettagli appunto:
- Autore: Mattia Fontana
- Università: Università degli Studi del Piemonte Orientale A.Avogadro
- Facoltà: Economia
- Corso: Amministrazione Controllo e Professione
- Esame: Economia dell’innovazione
- Docente: Michele d'Alessandro
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