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La psicomotricità al nido

La psicomotricità al nido


La globalità della persona si esprime nell’atto motorio mediante il quale si eseguono scambi con l’ambiente. Attraverso l’atto motorio entriamo in rapporto con gli oggetti in modo più o meno creativo, esprimiamo o blocchiamo le nostre emozioni, elaboriamo progetti che sono prodotti del nostro pensiero.
La psicomotricità funzionale quale mezzo educativo realizza un intervento globale che consente alla persona di sviluppare appieno le proprie potenzialità funzionali ed evolutive, in qualunque età o periodo della vita.
Scopo di un percorso psicomotorio funzionale all’interno del nido è quindi il raggiungimento di un’acquisizione il più possibile consapevole del proprio corpo nello spazio, nel tempo, nel movimento, nella relazione con l’altro, dove gli aspetti corporei, affettivi e cognitivi formano un’unità indissolubile.
Per Piaget il pensiero si costruisce partendo dall’azione. L’apporto dei suoi studi sui processi cognitivi hanno contribuito a dare sostanza a quella pedagogia del movimento che si chiama psicomotricità Funzionale.
L’educazione psicomotoria si rivela un mezzo pratico per aiutare il bambino a disporre di un’immagine del corpo operativo, a partire dalla quale si potrà esercitare la sua possibilità di reagire globalmente e senza riflessione ad una situazione di urgenza in funzione di un vissuto precedente.
Lo sviluppo del linguaggio va di pari passo, completa e arricchisce la percezione e l’azione, e viceversa l’evoluzione psicomotoria influenza la maturazione e l’evoluzione del linguaggio.

Tratto da EDUCARE AL NIDO di Anna Bosetti
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