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Ricettori Del Gusto e della Luce


Nei vertebrati il senso del gusto costituisce un ulteriore esempio di rappresentazione di realtà tramite la chemiocezione; tale dispositivo sensoriale comprende come unità funzionali minuti aggregati di cellule definiti CALICI GUSTATIVI. Mentre nei vertebrati terrestri e nell’uomo stesso questi organi sono limitati al cavo orale, nei pesci ossei di descrive un’ampia distribuzione cutanea dei calici gustativi; tali animali sono dunque in grado  di apprezzare il sapore del cibo prima di averlo raccolto nel cavo orale e dunque la chemiocezione gustativa fornisce loro una rappresentazione dell’ambiente esterno. Il calice gustativo è un aggregato di cellule a forma di ampolla ed il loro fondo è raggiunto dai dendriti di cellule gangliari. La porzione del calice esposta all’ambiente presenta un poro attraverso il quale gli apici recettoriali si mantengono in contatto con l’ambiente del cavo orale.

La reattività alla luce, la FOTOSENSIBILITA’ conferisce agli organismi animali anche i più semplici la capacità di orientarsi verso il sole e verso il cielo, mentre nelle forme più evolute fornisce una rappresentazione dettagliata e puntuale ricavata momento per momento, dei vari elementi dell’ambiente esterno. La sensibilità alla luce e la percezione a livello del SNC delle modifiche che essa subisce, interagendo con gli oggetti, costituiscono globalmente la FOTORECEZIONE. La fotorecezione riveste un fondamentale ruolo adattativo, e ciò giustifica il fatto che nel corso dell’evoluzione nel regno animale il meccanismo molecolare sul quale essa si basa si è mantenuto sostanzialmente inalterato, dagli organismi più semplici ai più complessi. La molecola coinvolta nella fotorecezione è rappresentata dalla RODOPSINA. Essa consiste di una proteina, l’OPSINA, che di per sé non è capace di assorbire i fotoni e di un gruppo chimico che invece possiede tale prerogativa, l’11-CIS-RETINALE. Questo complesso fotosensibile è contenuto nel centro dell’opsina. 

Nei vertebrati si descrivono due categorie di fotorecettori: quelli con apice a bastoncello e quelli con apice a cono. I primi svolgono la loro funzione a basse intensità luminose e consentono una percezione visiva in bianco e nero. I secondi invece sono coinvolti nella visione cromatica in virtù della loro sensibilità a diverse componenti spettrali della luce, a condizione che la sua intensità non sia bassa.
Molti animali percepiscono alcuni aspetti della realtà esterna che l’uomo sono preclusi. I chirotteri sono in grado di localizzare gli oggetti tramite un dispositivo a eco-sonar ; i serpenti a sonagli “vedono” le radiazioni infrarosse; molti pesci dispongono di organi in grado di percepire le distorsioni dei campi elettrici; i  piccioni viaggiatori possono orientarsi tramite i campi magnetici terrestri.

Tratto da ELEMENTI DI BIOLOGIA ANIMALE di Katia D'angelo
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