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Cura di sè del saggio



Nella famiglia degli esercizi dell’ascetica abbiamo due gruppi: gumnazein = addestramento in una situazione reale (astinenza e prove). Idea di tekhnè come prova. Poi esercizi sulla meletè = meditazione come esercizio del pensiero su se stesso. Con Alcibiade ci si chiede cos’è il sé di cui occuparsi e come. Qui socrate parla di esercizio dello sguardo su di sé e di riconoscimento di un elemento divino: ciò da un lato muove l’anima verso l’alto e le realtà essenziali, dall’altro queste consentiranno di fondare l’azione politica. L’anima conosce se stessa e la sua natura, riconoscendo ciò che era. Ci si conosce per riconoscere ciò che si era già conosciuto. Ma nell’ascetica filosofica di adesso tale rapporto è diverso. Come avvengono le cose nella meletè che non è una memoria? C’è qui una sorta di raddoppiamento interiore. Curarsi di sé = servirsi delle facoltà dopo averne determinato l’uso grazie alla ragione. Si agisce dunque non a partire dal riconoscimento. Poi non viene colta l’anima nella sua sostanza ed essenza, ma ciò che diviene oggetto dello sguardo su di sé sono i movimenti che si verificano nel pensiero, le rappresentazioni che compaiono, le passioni che agitano corpo e anima. Uno sguardo insomma che consenta alla ragione di controllare e giudicare. Il riconoscimento dell’affinità col divino è poi stabilito in modo diverso. In Platone si scopre in sé, nell’anima, dal lato dell’oggetto = l’anima si accorge che quel che credeva altro è lei. Qui dal lato del soggetto nell’esercizio della ragione. Zeus è così l’essere che si occupa continuamente di sé, che vive senza dipendenze, riposa in se stesso. 4 particolarità del saggio: vivere con se stesso - riposare in se stesso(ataraxia) - riflettere su come esercitare governo e ragione – occuparsi di pensieri degni di sé. Il saggio ci arriva con la pratica. Zeus? quello è il suo stesso essere. Noi rifletteremo sul governo divino e i rapporti col resto del mondo, considerando qual è stato finora il nostro atteggiamento verso gli eventi.
Quarta differenza: lo sguardo di platone: la verità colta coincide con la verità essenziale che ci consente di guidare altri uomini.

Tratto da ERMENEUTICA DEL SOGGETTO di Dario Gemini
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