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Aneddoto del re scita malato in Erodoto



Il re è malato. Si chiamano gli indovini, che indicano la causa del suo male: uno spergiuro. Va tagliata la testa a chi ha prestato giuramento falso. Qui notiamo una cosa strana. Un flusso non dal re ai cittadini, ma dai cittadini al re. Qui un cattivo cittadino puo recar danno al re. Come giurano gli Sciti? In una grande coppa di terracotta mescolano vino e sangue di chi ha stretto il patto, quindi immergono una scimitarra, frecce, un'ascia e un giavellotto. Poi pronunciano formule e bevono. È un legame col sangue che rende parenti artificiali. Qui non c'è sacrificio. In qualche modo chi giura è vittima di se stesso. Il vino è connesso al giuramento, quando ci si vuole impegnare si versa del vino. Ma ecco l'aberrazione scita: il vino invece di essere una libagione come per i greci, è una bevanda e viene ingerito. Il fatto di immergere le armi è forse un dire: lo spergiuro verrà colpito. Lo spergiuro per i greci è un criminale, che causa la sua rovina e quella del suo oikos. Ma la punizione spetta agli dei. Gli Sciti invece gli mozzano la testa. Relazione spergiuro-focolare: chi spergiura mette in pericolo il suo focolare, ma presso gli Sciti lo spergiuro non reca danni al focolare, ma al re in persona. Il re s'ammala e soffre. Questo argomento pone la questione del focolare regale, e del posto di Hestia nel pantheon.

Tratto da ERODOTO, IL PADRE DELLA STORIA? di Dario Gemini
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