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Introduzione a Scila e Anacarsi



La Scizia è un luogo altro = inaccessibile. Ma quest'alterità, assenza di frontiera fissa, non è separabile dal racconto di guerra: geograficamente va compresa. L'istro in un senso è una frontiera, in un altro no. Comunque 2 episodi del logos scita ci fanno porre il problema della frontiera non in termini geografici ma culturali: 1) le avventure di Anacarsi e Scila, Sciti di gran lignaggio, e 2) la storia di salmoside. I primi 2 dimenticano la frontiera e ne subiscono le conseguenze. Con Salmoside sono i greci che marcano la distanza dai geti. Nella 1a storia i greci sono visti dall'”altro”, nella 2a l'altro è visto dai greci. Le storie parallele di anacarsi e scila, secondo Erodoto esempi di una norma di comporamento scitica. Nella storia di Anacarsi ci sono gli abitanti festosi di cizico, lo scita che denuncia, il re saulio fratello di anacarsi e la madre degli dei, destinataria del culto. Nella storia di Scila ci sono i boristeniti, uno che rivela la vicenda, quelli che vedono la scena, octamasade fratello di scila e capo degli Sciti. Anacarsi è di famiglia reale scita. Scila è anche re, e bastardo, perchè il padre ha avuto molti figli misti, lui ha madre greca. I viaggi di Anacarsi e il bilinguismo di Scila nel racconto occupano il medesimo posto e hanno la stessa funzione. Sia viaggiare che parlare 2 lingue sono comportamenti a rischio che inducono all'oblio della frontiera.  Scila si muove tra gli Sciti e Olbia, città dei boristeniti. Quando è cacciato si rifugia in tracia. La battaglia sta per avvenire sulle rive dell'istro, che gioca da frontiera. Scila è ucciso quando oltrepassa l'istro.

Tratto da ERODOTO, IL PADRE DELLA STORIA? di Dario Gemini
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