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Potere dell'occhio nel racconto di viaggio




Il racconto di viaggio traduce l'altro e la retorica dell'alterità è l'operatore di questa traduzione: essa fa credere al destinatario che la traduzione sia fedele. Produce effetto di credenza. Ma come fa a farlo? Nella descrizione conta la presenza o l'assenza di forti marche d'enunciazione (“ho visto” porta il lettore a credere). Dall'occhio del viaggiatore si va all'orecchio del pubblico, in un percorso non lineare che è il gioco dell'enunciazione. L'occhio = l'autopsia = occhio come marca d'enunciazione (“ho visto” che interviene nel racconto al fine di dar prova). Benveniste dice che Histor è il testimone, soprattutto in quanto ha visto. L'autopsia rinvia a 2 direzioni: l'epopea e la riflessione ionica del VI sec. a.c. Omero distingue la testimonianza oculare dalle altre : vedere comporta una maggior persuasione e provare la verità. Dai filosofi ionici ad aristotele la vista è strumento di conoscenza. Lo dice anche eraclito. Anche marco polo nel suo libro precisa che egli stesso vide quelle cose. Relazione tra il vedere e il dire: il libro dirà le cose esattamente come marco polo le vide. L'autopsia giustifica anche il modo d scrivere d autore. Nel racconto d viaggio il rapporto tra visione e persuasione è un principio di scrittura: l'aver visto è operatore di credenza. Se un popolo dice che una cosa sta in un certo modo, io scrittore avendola vista posso confermare. Oppure avendo visto una cosa simile o che fa riferimento a quel racconto, posso concludere che il racconto è conforme a verità, assomiglia alla verità. La preminenza dell'autopsia ci dice che non puo esistere storia se non quella contemporanea = in cui si puo vedere. È la posizione di tucidide. Egli verrà considerato storico di 1° rango dal XIX secolo... comunque l'”ho visto” (1a forma di storia) serve a rendere credibile un “io dico” quando io dico cio che ho visto. L'invisibile si rende visibile attraverso il discorso. Nella 2a forma di storia non ci sono marche d'enunciazione, e si raccontano eventi. Ma l'enunciazione sussiste sottoforma d itracce, come le note a pie pagina che segnalano un “ho letto”.

Tratto da ERODOTO, IL PADRE DELLA STORIA? di Dario Gemini
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