Principio di inversione per l'alterità in Erodoto

Dire l'altro è porlo come differente. La differenza è interessante non quando a è diverso da b, ma quando a e b entrano nel medesimo sistema. La differenza greci-barbari è impigliata nel sistema della lingua e della scrittura: vediamo come Erodoto riconduce al medesimo l'altro. Un narratore del gruppo A racconta di B alla gente di A. come inscrivere il mondo raccontato nel mondo in cui si racconta? Il narratore affronta il problema della traduzione. Per tradurre la differenza, il viaggiatore può usare la figura dell'inversione: traduce l'alterità in anti-medesimo: ci sono A e l'inverso di A. E' quel che accade nel discorso utopico. Le storie vi ricorrono. Gli egiziani, ad esempio, vivono in un clima altro, sulle rive di un fiume diverso, han costumi contrari agli altri uomini....arrivando ai modi di vivere, la differenza si trasforma in inversione. Il principio d'inversione è un modo di trascrivere l'alterità, ma le dà anche senso, la spiega. Inversione tra nomoi greci e altrui, tra nord e sud. Ma i nomoi di tutti i popoli sono l'inverso di quelli greci? no. Gli Sciti però eccedono la figura dell'inversione. I funerali dei re Sciti si organizzano spazialmente secondo uno schema d'inversione: l'eschata sostituisce il centro, l'esposizione del cadavere è sostituita con il re che visita i sudditi. Ma non tutti gli aspetti della cerimonia sono inclusi nella figura dell'inversione. L'inversione è solo una procedura di traduzione. Amazzoni: mentre tra i greci la guerra la fanno gli uomini e l'altro le donne, e guerra e nozze segnano il compimento di uomo e donna, ...per le amazzoni abbiamo 2 schemi di inversione, uno di strabone (le donne rifiutano le nozze e vivono senza uomini) e uno di diodoro siculo (si sposano ma sono gli uomini che fanno lavori femminili). Il testo di Erodoto è più complesso.